"L'incostanza nelle prestazioni, l'immagine del dado tirato senza sapere chiaramente quale numero uscirà – una delle migliori immagini che Fonseca potesse utilizzare – i comportamenti e gli atteggiamenti in certi casi difficilmente commentabili dei calciatori più rappresentativi della rosa. E poi i limiti di equilibrio e i dilemmi tattici, legati alla problematica costruzione dell'organico sul mercato. Tutte cose già viste, tutti discorsi già sentiti. Valevano allora, anche quando l'allenatore – con tutti i suoi difetti – veniva dipinto e trattato come lo zimbello di turno. Vale pure adesso che a Milanello comanda (o prova a farlo) un vero sergente come Sergio Conceiçao. Sono cambiati alcuni giocatori, sconfessando e rinnegando il progetto tecnico dell'estate scorsa. È cambiata parzialmente l'impostazione della squadra. Ma le questioni irrisolte a fine dicembre – momento dell'avvicendamento tra i due allenatori – lo sono pure oggi".
"E, come nella migliore tradizionale delle ultime tribolate stagioni a conduzione americana, appena le difficoltà iniziano ad emergere in tutta la loro pienezza, i rumors su tensioni interne o permanenza in bilico alla conclusione del campionato tornano a circolare con sospetta puntualità. Il Milan non solo non impara dai propri errori, ma continua a perpetrarli. L'incostanza e l'irregolarità che regnano in mezzo al campo hanno origini che affondano le loro radici altrove. Alla fine aveva ragione Fonseca". LEGGI ANCHE: Pulisic: “Milan passo perfetto per me. Con Conceicao sono libero. Ibra …” >>>
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