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RASSEGNA STAMPA

Milan e Inter, Ravelli: “Bonificare San Siro: progetto pilota per stadi sicuri”

Redazione PM
Arianna Ravelli su La Gazzetta dello Sport di oggi commenta la decisione di Milan e Inter di negare il rinnovo in curva per alcuni abbonati.

Milan e Inter stanno respingendo la prelazione di centinaia di abbonati che vorrebbero rinnovare il proprio abbonamento in curva. Arianna Ravelli su La Gazzetta dello Sport di oggi ha commentato tale decisione. Ecco alcune delle sue parole.

La piccola rivoluzione di Inter e Milan

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"C’è una piccola rivoluzione che in silenzio stanno portando avanti Inter Milan, coordinati con la Procura di Milano, che non è stata ancora compresa forse nella sua portata. L’impegno è chiaro e ambizioso al tempo stesso. Bonificare San Siro dai criminali, ripristinare la legalità di ogni settore dello stadio, Curve comprese, non consentire più che esistano zone franche, spazi extraterritoriali dove non entra lo Stato, ma neanche le famiglie o i tifosi normali che, d’ora in poi, potranno riappropriarsene. Non solo. Rendere questo, secondo anche le indicazioni della procura nazionale antimafia, un modello apripista, un progetto pilota per avere finalmente in tutta Italia stadi davvero sicuri. Per troppi anni non è stato così. [...]

[...] Quello che conta è la linea di assoluto rigore assunta da Inter e Milan, coordinata in ogni passaggio con la Questura e la Procura della Repubblica, che, com’è noto, ha da molti mesi condotto l’inchiesta «Doppia curva» con oggetto le attività illecite degli ultrà (alcuni condannati in primo grado poche settimane fa a pene fino a dieci anni) e in alcuni casi anche i legami con la criminalità organizzata. [...]

Verso una maggiore sicurezza negli stadi

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[...] I protocolli sicurezza che stanno per essere introdotti a San Siro (esempio: il divieto di cessione degli abbonamenti ad altri tifosi, ma anche il riconoscimento facciale per entrare nello stadio), potranno diventare un punto di riferimento per il resto d’Italia. Mai più zone franche. Bene, benissimo. [...]


[...] A questo però va aggiunto ora un cambiamento culturale a cui tutti gli addetti ai lavori sono chiamati. I calciatori devono limitare certi contatti (e ribellarsi, per esempio, a quelle manifestazioni umilianti in cui vanno a chiedere scusa a capo chino sotto la Curva), chi commenta evitare di dare la colpa delle sconfitte all’assenza del tifo organizzato (è successo anche per la finale di Champions dell’Inter), perché, si è capito, in questi anni era organizzato per fare tutt’altro piuttosto che tifare e chi gestisce la sicurezza evitare ogni forma di concessione. È l’ora della fermezza perché l’obiettivo è più alto: ora o mai più."