Il Milan si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con volti noti, con una luce diversa e i suoi pilastri: Leao e Maignan
Il Milan si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con volti noti ma con una luce ben diversa, una ritrovata determinazione che passa soprattutto dalle sue due colonne: Rafael Leao e Mike Maignan. Entrambi hanno scelto di legarsi al progetto rossonero, pronti a guidare la rinascita sotto la guida di Massimiliano Allegri.
Leao, il leader ritrovato. Maignan, la rinascita del capitano: le colonne del Milan
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Come riferito dalla Gazzetta dello Sport, Rafa Leao è tornato dagli allenamenti tra Miami e Sud America con la chiara intenzione di prendersi il Milan. La partenza del "fratello" Theo Hernandez lascia un vuoto enorme, ma anche una nuova responsabilità per il portoghese, chiamato a essere il volto e l'anima di un Milan che vuole tornare ad essere grande.
Massimiliano Allegri non ha dubbi: «Leao è un giocatore straordinario, farà una grande stagione. È nell'età della maturazione, più responsabile, e ci siamo parlati: so che possiamo fare grandi cose insieme». Un'intesa che si è vista anche sul campo, con Allegri costantemente vicino a Leao, quasi a proteggerlo e guidarlo. Con 260 presenze e 70 gol, Leao è oggi il milanista con la più lunga militanza tra i titolari. Dopo una stagione altalenante, Allegri sembra aver trovato la chiave per rimettere al centro del progetto il Leao da scudetto. «Il Milan per me è uno dei club dei sogni», ha dichiarato Leao, e ora sogna di riportarlo in alto.
Altro pilastro fondamentale per il Milan è Mike Maignan, un portiere silenzioso, profondo e ossessionato dalla vittoria. Nei mesi bui senza trofei e ambizioni, il suo futuro era apparso molto incerto, con un'offerta da 18 milioni del Chelsea che sembrava poter aprire una via di fuga. Ma il Milan ha detto "no grazie", e Maignan ha accettato con grande professionalità. L'amministratore delegato Furlani ha elogiato il comportamento del giocatore e del suo agente. Anche il direttore sportivo Tare ha confermato: «Mike è un punto fermo, un riferimento dentro e fuori dal campo».