Il giornalista Franco Ordine ha stilato un lungo ed interessante editoriale incentrato sull'incontro di Champions League Feyenoord-Milan
Il giornalista Franco Ordine ha stilato un lungo ed interessante editoriale sulle colonne del quotidiano 'Il Giornale', nella sua edizione online, soffermandosi un modo particolare sulla sfida Feyenoord-Milan di Champions League. Ecco, dunque, le sue parole.
Feyenoord-Milan, Ordine: "Da scontare il grave peccato. Serata tafazziana"
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"Qui comincia il purgatorio del Milan. Deve scontare il grave peccato calcistico commesso a Zagabria qualche settimana prima. A disposizione il passaggio nel G8 della nuova Champions con un successo sulla Dinamo che gli avrebbe risparmiato due straordinari durante i play-off. Deve scontare la pena, allora. E deve farlo tra l'altro non avendo a disposizione il meglio della rosa costruita in estate e rifondata a gennaio. Musah è assente per squalifica (fu tra i protagonisti in Croazia della serata tafazziana facendosi espellere). Loftus-Cheek alle prese con una complicata guarigione (forse torna col Verona), due (Bondo e Sottil) dei rinforzi appena sbarcati a Milanello più il giovane Jimenez non inseriti nella lista".
"Per sintesi, Sergio Conceiçao ha a disposizione solo 17 giocatori di movimento, una bella concentrazione di qualità in attacco e numeri contati a centrocampo. Ed è qui che nasce il dilemma del tecnico portoghese. Puntare dritto sul 4-2-fantasia del nuovo anno (Piulisic-Joao Felix-Leao e Gimenez tutti insieme). Oppure provare a tenersi un jolly in panchina (Joao Felix che ha giocato quasi tutta la sfida di Empoli) per avere qualche soluzione a partita in corso (con Terracciano a centrocampo)".
"Calabria, addio acido. Ha fatto sapere che ..."
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"Non mancano le spine sanguinose lungo questa vigilia in apparenza meno tesa di altre. Perché da Bologna, Davide Calabria, nel giorno della presentazione fa sapere che con al Milan e con il tecnico ha vissuto «situazioni spiacevoli». Mentre adesso è felice perché «il Bologna è un ambiente sano». Come per sottolineare che invece quello del Milan è malato. Un addio molto acido in contrasto con le lacrime esibite nel giorno in cui liberò l'armadietto e le parole del dopo Parma («ho avuto problemi di natura privata e personale di cui non voglio parlare»)".