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Milan, scommessa vinta con Ibrahimovic: in Serie A fa ancora la differenza

Daniele Triolo

Zlatan Ibrahimovic ha avuto, nel Milan, un impatto devastante. Gol, spazi per Ante Rebic, presenza imponente al centro dell'area di rigore. A 38 anni ...

"NEWS MILAN - C'è stato, in questo 2019-2020, un Milan senza ed un Milan con Zlatan Ibrahimovic. Sul finire dello scorso mese di dicembre, infatti, dopo un corteggiamento durato almeno un paio di mesi, l'attaccante svedese, classe 1981, ha deciso di riabbracciare, a distanza di sette anni e mezzo, i colori rossoneri, lasciati controvoglia nell'estate 2012, quando venne ceduto al PSG, per rimettersi in gioco nell'ultima, grande sfida della sua carriera.

"Ibrahimovic aveva voglia di tornare a misurarsi in Serie A, di far vedere di essere ancora in grado di fare la differenza in un torneo competitivo come quello italiano, dopo due stagioni caratterizzate da valanghe di gol nella Major League Soccer statunitense, campionato non propriamente di primo livello. Da quando è tornato al Milan, Ibrahimovic ha cambiato il volto di una squadra che sembrava in totale disarmo, reduce dalla batosta (0-5) rimediata sul campo dell'Atalanta nell'ultima gara del 2019.

"In 9 gare disputate tra Serie A e Coppa Italia, infatti, Ibrahimovic ha segnato 3 gol (sorvoliamo sulla perla realizzata al 'Franchi' di Firenze, cancellata, in maniera incredibile, dal giudizio dell'arbitro Gianpaolo Calvarese e dai responsabili del VAR), fornito un assist ma, soprattutto, assicurato tante piccole cose che, in una squadra, contribuiscono al risultato finale. Con Ibrahimovic, infatti, il tecnico Stefano Pioli ha potuto cambiare modulo, abiurando il 4-3-3, ormai stantio e scontato, per passare ad un più fluido e dinamico 4-2-3-1.

"La presenza di Ibrahimovic, nell'area di rigore avversaria, catalizza le attenzioni della difesa rivale ed il poderoso bomber di Malmö, proteggendo palla ed aprendo varchi per i compagni, sta riuscendo a far brillare chi gli gioca immediatamente dietro, come Samu Castillejo, Hakan Çalhanoglu e, soprattutto, (devast)Ante Rebic, autore di 7 gol nelle ultime 7 partite, trasformatosi da oggetto misterioso dei rossoneri a capocannoniere stagionale del Diavolo in appena 2 mesi. Grazie al suo rinnovato spirito, certo, ma anche all'influenza, benefica, di Ibra.

"Con Ibrahimovic in campo, il Milan ha vinto 5 gare su 9, ne ha pareggiate 3 e ha perso 'soltanto' il derby, ma più che altro per via di un blackout mentale arrivato ad inizio ripresa dopo averlo dominato e condotto 2-0 dopo 45'. Un rendimento di squadra totalmente cambiato rispetto al girone d'andata, ma soprattutto, ora il Milan ha un gioco, un'anima, un'identità. I rossoneri giocano e soffrono da squadra: merito di Pioli, che ha saputo ridisegnare in corsa l'assetto tattico e le trame sul terreno di gioco, ma merito anche di Ibrahimovic che, da 'allenatore in campo', spiega ai compagni cosa fare, in allenamento ed in partita.

"Una figura carismatica come Zlatan serviva come il pane al Diavolo: il Milan, infatti, ha inserito in rosa tanti giocatori bravi e giovani che, sotto la sapiente guida di Ibrahimovic, stanno crescendo rapidamente ed a vista d'occhio. Per la prossima stagione, magari, il club di Via Aldo Rossi, oltre a cercare di rinnovare il contratto del suo numero 21, punterà ad affiancargli un altro elemento di comprovata bravura ed esperienza (Thiago Silva?) per accelerare, in maniera netta, il percorso di una squadra che vuole tornare ad essere grande.

"Ibra-supremacy, ora più che mai: il Milan, ingaggiandolo nuovamente, ha vinto la sua scommessa. Comunque vada a finire questo campionato, difficile e combattuto, in cui i rossoneri lottano per un piazzamento nella prossima edizione dell'Europa League. Ibrahimovic sta vincendo la sua. Essendo, però, un uomo legittimamente ambizioso, non è detto che non ne voglia lanciare un'altra, ancora più complicata: tornare a vincere qualcosa di importante con la maglia rossonera ...

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