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Vieri: “Milan favorito, ma contro Gasp e l’Atalanta è dura per chiunque”

intervista Vieri AC Milan

Christian Vieri, ex attaccante di Inter e Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola della lotta Scudetto e non solo

Daniele Triolo

Christian Vieri, ex attaccante di Inter e Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni più importanti.

Sulla Serie A: "Un campionato così difficile da capire. Ogni domenica una sorpresa: partite già vinte, altre già perse, e succede il contrario. Tutti chiacchierano e nessuno ci capisce nulla".

Sul perché l'attuale torneo sia così sorprendente: "Ora tutti giocano per vincere. Il calcio 'all’italiana' di una volta non esiste quasi più e il campo fa nomi e cognomi, smaschera chi ha un gioco ancora stantio. L’Empoli dopo mezzora è 2-0 a San Siro: poi perde perché c’è troppa differenza, poteva prendere dieci gol, ma giocando a calcio ha fatto paura all’Inter. Il Verona va avanti con il Milan, lo costringe a rimettere a posto la partita".

Vieri sulle percentuali nella lotta Scudetto tra Milan e Inter: "Non ci sono percentuali. L’Atalanta in Italia può vincere contro chiunque, in casa e soprattutto fuori. Il Cagliari si sta giocando la salvezza e l’avete visto a Salerno? Erano indemoniati. Il Milan ha indirizzato il verdetto, la classifica dice che è favorito, ma nelle prossime due giornate può succedere ancora di tutto. Se ci saranno sorprese, non meravigliatevi".

Sul Milan visto a Verona: "Forte. Il Verona gioca veloce, all’attacco, era in vantaggio e loro? Hanno ribaltato tutto giocando tranquilli, mai in affanno. Grande prova di maturità, non solo di gioco".

Se si aspettava un Milan così: "Sì, perché sono lì da quasi due anni e se dopo 36 partite sei primo vuol dire che lo meriti. A inizio campionato vincono i nomi, alla fine vince il gruppo più forte. Vincono quelli che non mollano, che hanno più fame".

Vieri su Rafael Leão uomo in più del Milan: "Domenica sì: devastante, la partita l’ha vinta lui. Il Leão che vorremmo vedere sempre, meno altalenante: fisicamente è un animale, può fare tutto, e partite come quella contro il Verona deve farle molto più spesso".

Su Sandro Tonali: "San Siro non è Brescia: te la fai sotto. Al primo anno ci vuole pazienza e in Italia ce n’è poca: lui è il futuro del calcio italiano".

Sull'effetto 'San Siro': "A San Siro la pressione c’è tutte le domeniche: se vuoi giocare nel Milan, come nell’Inter, ti tocca. Se non la vuoi, giochi in un’altra squadra".

Vieri sull'Atalanta che giocherà contro il Milan domenica: "Si gioca l’Europa e farà la sua partita. E quando Gasp li ha tutti, è dura per chiunque".

Christian Vieri Inter

Vieri sul Milan che avrebbe bisogno anche di un solo punto: "Se giochi per non perdere, è la volta che perdi: mentalmente non va bene, il Milan giocherà per vincere".

Su Stefano Pioli: "È migliorato tanto, si è aggiornato per proporre sempre un bel calcio. La sostanza c’era, il Milan gli ha dato la possibilità di tirarla fuori tutta".

Sull'Inter di Simone Inzaghi: "L’Inter è uno squadrone: sempre detto. Rimorsi se dovesse perdere lo Scudetto? Questo è il calcio, altrimenti vincerebbe sempre la favorita e per me l’Inter lo era. Ma le partite devi giocarle, non è scontato vincere a Bologna: l’'errore' è stato quello, e non solo quello di Radu. Se fai un errore a tre mesi dalla fine lo recuperi: alla fine è più dura, arrivi impiccato, con la pressione addosso".

Sul Napoli di Luciano Spalletti: "Il Napoli non è inferiore a Inter e Milan: a un certo punto mi ero detto: 'Lo vincono loro'. Ma hanno sbagliato le partite in casa con Fiorentina e Roma e sono crollati a Empoli".

Su Lautaro Martínez che potrebbe essere ceduto: "Io parlo di campo: l’Inter perderebbe tanto. Le questioni economiche non mi competono, ma una cosa la dico: se dopo una doppietta l’allenatore mi cambia io non esco dal campo, mi devono portare via i carabinieri".

Su quanto può influire la finale di Coppa Italia nella lotta Scudetto: "Essere una grande squadra è questo: non giochi una volta alla settimana. Hai una rosa forte? Basta per giocare due partite in cinque giorni. Meglio lottare per lo Scudetto e giocare una finale che guardare gli altri farlo".

Sulla Juventus che perderà Paulo Dybala: "Nessuno è insostituibile e arriva un momento in cui i club devono prendere una decisione e andare avanti: hanno preso questa, ora si gira pagina".

Sull'Inter che potrebbe prendere Dybala:"Non so, ma non potrebbe essere il sostituto di Lautaro. Lui e Lautaro insieme? Nel 3-5-2 Dybala dovrebbe stare davanti, da seconda punta, e invece a lui piace andare in giro. Ma ci penserà Inzaghi, semmai".

Su cosa dovrebbe fare la Juve per arrivare tra le prime quattro senza sudare: "Comprare? E chi, Messi e Neymar? Da comprare non c’è granché, dunque serve giocare molto meglio. Niente scuse: la Juve è fortissima, se non è la più forte del campionato siamo lì, dunque l’allenatore deve farla giocare meglio. Deve, sì: per la Juve è un dovere e invece quest’anno ha fatto soprattutto partite brutte".

Sui top della Serie A, reparto per reparto: "Portiere: Maignan, fenomeno. Difensore: Bremer. Una iena, ti spacca in due. Centrocampista: Brozovic. Crescita incredibile, partite sbagliate zero: quelle che non ha giocato. Attaccante: Vlahovic, prima di andare alla Juve. La Juve non è la Fiorentina? Scuse. È uno dei centravanti più forti d’Europa e non soffre le pressioni. Ma se giochi in una squadra che gioca male, giochi male anche tu". Milan, indiscrezioni su Dybala: le ultime news di mercato >>>

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