"Per anni non mi sono considerato una figura interessante. Più come un ragazzino normale che sapeva tirare calci alla palla piuttosto bene, finché non ho dovuto smettere a causa di una caviglia malandata. In realtà pensavo che tutta questa attenzione attirata da tutto questo fosse solo un peso. Giornalisti, tifosi, riflettori, messi su un piedistallo. Ho pensato che fosse una cosa esagerata. Fastidioso, a dire il vero. Mi ha distolto dal mio obiettivo: essere il migliore. E intendo proprio il meglio".
Poi parla anche del suo infortunio e delle difficoltà che gli ha provocato: "È buio. Mi trascino sulle piastrelle. Sulle mie mani e ginocchia. Devo fare pipì. Come una mucca. Ma non appena voglio andare troppo veloce, la mia vescica piena preme contro la mia coscia ed è quasi impossibile trattenermi. L'ultima cosa che voglio è pisciare nel water traboccante. Devo avere pazienza, perché ci vogliono almeno due minuti per arrivare al bagno... le soglie sono la parte più difficile, perché la mia caviglia deve scavalcarle senza sbattere contro niente". LEGGI ANCHE: Il futuro del Milan: chi è il miglior allenatore per il prossimo capitolo rossonero? >>>
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