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INTERVISTE

Tiago Estevao racconta il ruolo di Scouting/Recruitment Analyst del Milan

Casa Milan
Tiago Estevao, Scouting/Recruitment Analyst di AC Milan, all'interno del podcast 'A podcast about tactics', ha parlato del suo lavoro

Carmelo Barillà

Tiago Estevao, Scouting/Recruitment Analyst di AC Milan, è intervenuto all'interno del podcast 'A podcast about tactics' per parlare nel dettaglio del suo lavoro.

1. C'è una famosa citazione di Guardiola che dice "l'unica cosa che posso fare è portare la mia squadra nell'ultimo terzo di campo, da lì in poi sta a loro segnare". Dal punto di vista dello scouting offensivo, sei d'accordo che bisogna guardare alle qualità dei giocatori nell'ultimo terzo e che queste vanno oltre la tattica?"A chi fa scouting viene chiesto un determinato ruolo, un determinato tipo di giocatore o delle determinate caratteristiche, e tu parti da lì. E, nella maggior parte delle squadre, è vero che gli attaccanti hanno delle libertà che il resto della squadra non ha, ma ti vengono comunque date delle linee guida per il tipo di profilo che vuole il club. Per esempio, se l'obiettivo è un numero 9, bisogna capire se vuoi uno che si concentra molto sul venire incontro e sul giocare spalle alla porta o se vuoi uno che taglia alle spalle e va in profondità, o se vuoi uno che magari fa entrambe le cose".

2. Quando sei un allenatore e arrivi in un club, sicuramente hai una modello di gioco ideale che vorresti applicare, ma devi anche fare i conti con le caratteristiche dei giocatori che hai. Quanto influisce questo per uno scout?"Penso che ci siano sempre più allenatori che hanno un modello di gioco dinamico e un sistema di gioco adattivo, e che hanno voglia di sperimentare. Se non è questo il caso, se quindi arriva un allenatore che è molto rigido sullo schema e sul modo di giocare, se il tuo club è gestito bene saranno molto chiari/espliciti nelle richieste, tutti quelli coinvolti capiranno che da quel momento in poi c'è un bisogno specifico di determinate cose".

3. Nel vostro lavoro di scouting, guardate anche ai giocatori sotto forma di KPI (indicatori), di output e cose di questo genere?"Ho discusso a lungo di questo con Ben (Ben Torvaney, lavorano insieme al Milan) perché credo sia un'idea davvero molto interessante, ma penso anche che sia molto difficile da applicare al calcio. Il punto è che i sistemi non sono statici, ma tendono anzi ad adattarsi al contesto e quindi inevitabilmente cambiano. Credo comunque che non sia qualcosa da evitare completamente, ma sia un'idea interessante. Forse questo tipo di strategia può essere considerata in un contesto in cui sei una squadra piccola, con grosse limitazioni di budget e di giocatori da cui attingere. In scenari del genere, può valere la pena considerare di sostituire giocatori che hanno determinati output con altri giocatori che hanno output simili. Ad oggi però è molto più un qualcosa di cui discutere piuttosto che qualcosa con cui lavoro quotidianamente".

4. Vuoi parlare in particolare riguardo l'evoluzione dello scouting degli esterni/laterali/ali?"Fare scouting riguardo queste posizioni, o comunque in generale vale per tutte le posizioni, riguarda più che la posizione il ruolo/compito che ti serve. Ci sono state delle volte in cui per giocare ala ci veniva richiesto un profilo che parte largo e punta la porta venendo dentro il campo, mentre altre volte ci è stato chiesto qualcuno un po' meno ala pura ma molto più giocatore "tra le linee". Ovviamente negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti e le ali moderne si sono evolute, così come in realtà si sono evolute anche tutte le altre posizioni. Per me comunque non cambia molto perché non mi approccio al mio lavoro in termini di posizioni".

5. Quanto influisce anche l'eye-test nel giudicare il pressing? Guardi video o ti basi solo sui dati?"Dipende dal ruolo, se hai bisogno di prendere un giocatore che arrivi e sia subito titolare in una posizione dove è fondamentale il lavoro senza palla e il pressing, allora è importante capire davvero quanto è bravo aldilà di quello che dicono i numeri, quindi guardi anche dei video. Per quanto riguarda un giocatore giovane preso per fare il sostituto, o comunque un giovane preso per crescere con la squadra che dopo qualche mese può fare il sostituto, allora non è molto importante se non ha una buona fase di pressing, perché noi siamo una squadra che pressa bene. Se fossi in un contesto dove non avessi fiducia nella capacità dello staff di migliorare la fase di pressing di un giocatore, allora probabilmente starei più attento".

6. Parliamo di attaccanti e di finalizzazione, ci sono molti articoli che si chiedono da un punto di vista analitico se questa sia effettivamente un'abilità, o meglio, se l'abilità sia solo quella di farsi trovare nella situazione giusta per segnare o se invece un giocatore abbia proprio un'abilità specifica che riguarda il finalizzare. "Questa roba della finalizzazione è tosta... c'è uno spettro, ci sono persone che sono ad un'estremità di questo spettro, che sono i puristi della finalizzazione, cioè quelli che credono che questa sia un'abilità, e poi ci sono persone all'altra estremità che sono quelli del "gli xG sono la mia vita". Se io mi dovessi posizionare in questo spettro direi che sono vicino alla metà ma tendente alla parte analitica. Credo che in generale i giocatori che segnano in maniera consistente sono quelli che si trovano in maniera consistente in posizione per segnare, ma hai bisogno di un grande campione (di dati) per dirlo con certezza. Se hai accesso ad informazioni sulla personalità del giocatore, la mentalità che ha, se è freddo, ecc. credo che questo faccia la sua parte nella finalizzazione. Ma di tutto ciò che riguarda la personalità del calciatore se ne occupa il direttore dell'area tecnica, è lui che ha accesso a queste informazioni, che si incontra col giocatore, che si incontra con gli agenti, che si incontra con vecchi allenatori, ecc. Se non hai accesso a queste cose ci sono altre cose a cui puoi guardare. Ad esempio, la tecnica di tiro dovrebbe avere un certo peso, c'è una fetta di giocatori che ha un'ottima tecnica di tiro da fuori area, cosa che era sopravvalutata da scout vecchia-scuola ma che probabilmente al giorno d'oggi stiamo arrivando a sottovalutare, o un altro è il posizionamento del pallone, soprattutto per i centravanti. E poi bisogna valutare in che tipo di occasioni da gol si trovano: ci sono giocatori che segnano costantemente di più del loro xG, ma questo può essere perché sono bravi soprattutto da una determinata posizione in un determinato tipo di tiro. Un esempio che si fa spesso per questo tipo di giocatore è Son del Tottenham, c'è un tipo specifico di tiro in cui è legittimamente il miglior giocatore al mondo".

7. Parliamo di difesa a 3 vs difesa a 4. Quali sono le tue considerazioni a riguardo e che differenza fa in termini di scouting?"Il mio punto di vista è che questo è un fattore importantissimo, abbiamo parlato tanto di contesto e di quanto i centrali difensivi siano molto più influenzati dal contesto rispetto ad altri ruoli. Per un difensore difendere a 3 o difendere a 4 è completamente diverso. Detto questo, nella mia carriera non ho ancora mai lavorato per una squadra che usi costantemente una difesa a 3. Quindi, quando mi approccio a questo argomento, lo guardo quasi sempre dal lato della conversione di un difensore a 3 in un difensore a 4, mai viceversa. Credo inoltre che la conversione da 4 a 3 sia molto più facile perché per un difensore c'è molta più libertà, ecc. Credo che il contesto della difesa a 3 sia molto sottovalutato".

8. Un altro argomento è la fase di costruzione, quanto è diventato più importante rispetto a 5 anni fa la fase di costruzione nello scouting di terzini o difensori centrali?"Penso sia molto importante. E questo perché non solo le grandi squadre di possesso usano i difensori per costruire, ma ci sono tantissime squadre non dominanti da un punto di vista del possesso, ma che anzi si fondano sul contropiede/contrattacco, che comunque costruiscono da dietro quando hanno la palla. La differenza più grande rispetto al passato penso sia questa, anche quelle squadre che hanno pochi possessi a partita ormai costruiscono dal basso. Quindi c'è sempre più una crescita di difensori centrali che si trovano a loro agio con la palla tra i piedi".

9. Dalla tua esperienza, è possibile farsi un'idea sull'adattabilità o sulla capacità di capire la tattica di un giocatore attraverso i social media o le interviste?"Penso che di sicuro ci sia un tipo di giocatori con delle personalità che li portano a fare interviste, specialmente se parliamo di giocatori giovani. Penso che comunque sia meglio non parlare direttamente ai giocatori, ormai il mondo del calcio è molto connesso quindi quasi sicuramente riuscirai a trovare qualcuno che ha allenato quel giocatore, qualcuno che ci ha giocato, qualcuno che lo conosce, ecc. Insomma, puoi trovare tante connessioni e penso che sia meglio fare così, ma comunque sicuramente ascoltare le varie interviste che ha fatto può essere utile".

10. Fai molte ricerche di questo tipo nella tua attività di scouting?"Tantissime. Quando studi un giocatore ti informi il più possibile su qualsiasi aspetto che lo riguardi. Tanti giocatori sono abbastanza neutrali, guardi i loro social e sono normali, o provi a cercare su Google ed andare in profondità ma non trovi molto perché sono persone normali. Magari ci sono dei rumors riguardo una personalità di un giocatore che poi effettivamente non ha, o viceversa sembra una persona regolare ma in realtà ha una personalità strana. E' capitato in passato che abbia dovuto fare delle ricerche approfondite".

11. Come dai suggerimenti/proposte o in generale come ti approcci ai tuoi superiori?"Devi costruirti la fiducia. Ovviamente di base hai la fiducia di chi ti mette sotto contratto al club, ma per la maggior parte dei club ci sono tante persone che decidono, c'è bisogno di tanti passaggi per poi arrivare a formulare un'offerta. Per farti ascoltare ovviamente devi costruire la fiducia, con ciò non sto dicendo che sono io a prendere le decisioni. Costruisci la fiducia lavorando insieme a qualcuno, condividendo informazioni, passando più tempo ad ascoltare che a parlare (specialmente con persone più grandi ed esperte) e, ovviamente, dando suggerimenti/proposte giuste. E questo non significa necessariamente all'interno del club, magari hai costruito un insieme di giocatori sul quale hai spinto tanto per diverso tempo e questi hanno fatto bene sia nel tuo club (se li avete presi) che in altri club (se non li avete presi). A lungo andare questo ti fa acquisire fiducia, o comunque fa acquisire fiducia al dipartimento in cui lavori. Ma ancora, questo non significa che prendi le decisioni, ma che il lavoro che fa il tuo dipartimento arriva a qualcuno che ne riconosce il valore".

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