Il tecnico dell'Italia femminile, Andrea Soncin è intervenuto in conferenza stampa prima dello scontro con la Svezia. La partita, valida per la Women's Nations League, è di vitale importanza: può infatti valere il primato nel Gruppo 4 a una sola giornata dal termine della fase a gironi. Ecco, di seguito, le sue parole:


INTERVISTE
Soncin prima della Svezia: “Rapporto unico con le ragazze, non tornerei più al maschile”
“Ci sono state tante situazioni in cui avremmo potuto gestire meglio alcune situazioni all'andata, ma fa parte del percorso di crescita di questa squadra. A Solna potevamo avere una gestione della palla diversa, ma si tratta di un'analisi volta a migliorare. Siamo contente di quello che abbiamo mostrato, ma siamo molto determinate nell'andare a prenderci dei punti e fare quello che sappiamo domani a Parma. L’obiettivo è di arrivare domani nelle migliori condizioni possibili e che tutte le ragazze si sentono coinvolte in questa sfida alla Svezia. Quando si parla di questo tipo di squadre è difficile trovare reparti sotto livello, perché hanno una rosa con grandi giocatrici, grande qualità ed esperienza, ma pensiamo di avere le armi per metterle in difficoltà e c'è grande fiducia per domani anche se serve consapevolezza e umiltà. - prosegue Soncin - Tatticamente non mi aspetto una squadra diversa, ha un’identità precisa, ma sicuramente c’è un atteggiamento diverso rispetto al passato e vedremo una squadra aggressiva fin da subito. Questo deve darci ancora più convinzione nel fare quello che stiamo facendo".
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Queste due gare saranno importanti anche in chiave Europeo?
"Il percorso di avvicinamento passa anche da queste partite, ma il focus attuale è solo sulla Svezia e poi sul Galles. Ma è normale che questi momenti di avvicinamento e convivenza con le ragazze peseranno nelle scelte per l’Europeo anche se la mia testa non è concentrata su questo in questo momento".
Che aria si respira nello spogliatoio? Ci sono differenze col maschile?
"Senza fare paragoni e parlando solo in base alle mie esperienze passate, penso che il rapporto e le relazioni che si creano con una squadra femminile è diverso, unico, magico e indescrivibile. Come ho spesso detto non è questione di differenze, ma specificità, certe attività vengono recepite nel modo giusto dalle ragazze e vi partecipano con l’entusiasmo e l'approccio giusto andando a determinare quel clima che serve per vivere nel modo giusto questa esperienza. Questo mi rende la persona più felice al mondo e che in questo momento mi fa pensare che non tornerei mai ad allenare una squadra maschile. E il merito è loro".
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