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Simone: “Milan, prendi Icardi. Boban? Superficiale e banale licenziarlo”

Marco Simone  con la maglia del Milan (credits: GETTY images)

Marco Simone, ex attaccante del Milan, nell'intervista rilasciata alla "Gazzetta dello Sport", ha parlato della stretta attualità legata al mondo rossonero

Salvatore Cantone

NEWS MILAN - Marco Simone, ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della più stretta attualità: "Coronavirus? Ora ci preoccupiamo del futuro, ma non ci siamo preoccupati del presente. Tutti a pensare “a noi questo virus non capita”, eppure è capitato. Ciò che sta avvenendo a mio parere è un segnale: il mondo, gli uomini, hanno tirato troppo la corda e ora la corda si è rotta. Se non ne prendiamo coscienza, oggi è un virus e domani qualcosa di peggio. La mia angoscia è che la gente non capisca questo".

E' andato vicino al ritorno al Milan con la squadra B, a cui però il club poi rinunciò. Quest’anno invece il Diavolo ha rinunciato a Boban.

"È una perdita immensa. Troppo superficiale e banale licenziarlo a causa di un’intervista non gradita. Credo che l’abbiano usata come un pretesto, era qualcosa di già pianificato. Quando scegli due personaggi come Boban e Maldini, sai in partenza il peso che hanno. Mentre loro sanno cos’è il Milan e come va gestito. Chi li ha scelti doveva continuare con loro, insieme. Erano le prime due pietre importanti per ripartire. Così come sul campo occorreva ripartire da Gattuso. Quando lo sentivo parlare, si sentiva il Milan. E in ambienti come quello rossonero certe cose bisogna “sentirle".

Molti sostengono che, conoscendo Boban, non poteva che finire così.

"E’ questione di ruoli e competenze. Se gli affidi un ruolo decisionale non puoi pensare di scavalcarlo. Poi magari non condividi e decidi tu che sei più alto in grado. Ma se lo scavalchi gli fai perdere credibilità. Conoscendolo, era logico che se ne andasse. Mi fa sorridere Scaroni quando dice che le interviste vanno condivise. Quindi avrebbe dovuto fare dichiarazioni di convenienza? E poi le sue parole non sono state offensive, hanno solo raccontato certe verità su come funziona il club. Ha fatto cronaca e ha fatto bene. Ci siamo sentiti, prima e dopo. Condivido la sua linea. Per esempio, al Milan non si può fare un progetto solo sui giovani: hanno ragione Zvone e Paolo. Il discorso è semplice: o scegli un signorsì, oppure chi ha spessore. Però devi lasciarlo lavorare".

Come giudica l’impostazione di Elliott col Milan?

"Fredda. Un club va vissuto, occorrono rapporti con i giocatori, occorrono le parole. Vedo invece numeri e distacco. Non è appassionante, mentre il Milan è passione. Non puoi essere un ghiacciolo".

Come vede il futuro di Maldini? Lei tra l’altro ha giocato sia con Zvone che con Paolo.

"Dev’essere Paolo a prendere le redini. Spero che non molli e gli consiglio di non farlo, così come lo avevo consigliato a Gattuso. Penso che alla fine resterà perché la sua voglia di Milan è enorme. Ma deve restare per fare la pietra angolare e avere carta bianca e tempo".

Come lo vede Rangnick factotum dell’area sportiva?

"Ho qualche dubbio che una figura così possa funzionare in Italia. E poi il suo ruolo in pratica eliminerebbe quello di Maldini. Il club deve fare chiarezza su come impostare l’ambito dirigenziale. Se Gazidis intende impostarlo come all’estero, allora con Paolo andrebbe chiuso il rapporto e magari Rangnick potrebbe funzionare".

Intanto a Pioli fischiano le orecchie.

"Nonostante stia vivendo una situazione particolare, sta dimostrando di poter essere l’allenatore del Milan. È un peccato, una situazione assurda. Se esiste davvero un preaccordo con Rangnick, le tempistiche sono del tutto sbagliate".

Anche Ibrahimovic dovrebbe restare?

"Ma certo. E’ un “pezzo” troppo pesante per lo spogliatoio. È una pressione positiva dentro il gruppo".

Magari per far crescere Leao.

"Leao me lo tengo, ha forza e talento. Altrimenti se si trova sempre qualche difetto a chi ha talento, riparti ogni volta da zero. Piatek insegna: per me non andava ceduto. La presenza di Ibra, con cui condividere le responsabilità, gli avrebbe giovato. Sarebbe stata una grande coppia-gol. Se Ibra se ne andasse però mancherebbe un centravanti. Milik lo vedrei bene, ma io al Milan proverei a portare Cavani o Icardi. Mauro sarebbe davvero un grande colpo e una situazione ideale". Intanto Adriano Galliani svela un retroscena importante su Kaka, continua a leggere >>>

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