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Shevchenko: “Obiettivo? Allenare il Milan. Sul rigore contro la Juventus…”

Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan ed oggi Commissario Tecnico dell'Ucraina (credits: GETTY Images)

MILAN NEWS - Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan e commissario tecnico dell'Ucraina, è stato intervistato su Instagram da Carlo Pellegatti

Salvatore Cantone

NEWS MILAN - Andriy Shevchenko, commissario tecnico dell'Ucraina e ex giocatore del Milan, è stato intervistato in diretta Instagram dal giornalista Carlo Pellegatti. Ecco le parole di Shevchenko: "Semifinale di Champions League contro l'Inter del 13 maggio? Se vado indietro con la memoria è sempre un momento molto positivo. C'era una grande attesa per quella partita e si respirava un'atmosfera particolare quella settimana. Anche per arrivare allo stadio facemmo una strada diversa rispetto a quella solita perchè c'erano tanti tifosi in giro. Si percepiva l'atmosfera della grande partita".

Sul rigore segnato contro la Juventus: "Cosa ho pensato? Mi è passata la vita davanti. Mi piace rivedere le immagini: un paio di mesi fa su Instagram è uscito un video che non avevo mai visto: l'immagine da dietro in cui si vede tutta la squadra che aspetta il mio rigore. Mi ricordo che in quel momento pensai: "Non devo cambiare decisione". Quando ho preso il pallone ero deciso su quello che dovevo fare. I miei occhi? Ero pronto, aspettavo il fischio dell'arbitro. In quel momento guardavo l'arbitro perchè non avevo sentito che mi aveva dato l'ok per tirare".

Sul derby del 6 a 0: "Abbiamo avuto grande rispetto per Cesare Maldini come allenatore e come persona. Il Milan in quel momento non andava molto bene, ma abbiamo capito subito la sua filosofia e la sua impronta, il feeling con la squadra era molto importante. Sapevamo quanto fosse importante quel derby per lui. Ho costruito un rapporto speciale con lui in quei mesi al Milan".

Su Rui Costa, Kaka, Pirlo e Inzaghi: "Per me il miglior Milan è stato costruito da grandi giocatori. Siamo cresciuti tanto insieme e abbiamo regalato tante vittorie e trofei ai nostri tifosi. Ho dei ricordi molto speciali con loro. Il calcio è una cosa, ma il rapporto costruito con i compagni era speciale: erano uomini di spessore e di grande classe".

Sull'importanza di Berlusconi e Galliani: "Con Galliani ho un rapporto speciale e ci sentiamo spesso. Lui mi manda sempre qualche messaggio e qualche video: l'ho sentito circa due settimane fa. Sento vari miei ex compagni, soprattutto in questi giorni particolari in cui non è possibile vedersi".

Su Lobanosky e Ancelotti: "Sono i due allenatori che mi hanno dato di più nel calcio. Con il Colonnello ho imparato la disciplina e la cultura del lavoro. Ha creato grandi giocatori e grandi squadre. Io insieme a Kaladze siamo arrivati in semifinale di Champions League. Abbiamo giocato un bellissimo calcio. Quando ho vinto la Champions con il Milan ho sentito tutto il rispetto che provo per lui, tanto è vero che portai anche il trofeo in Ucraina"

Su Ancelotti: "Carlo è l'allenatore con cui ho vinto di più. Sa come costruire i rapporti con i giocatori e lavora benissimo in campo. E' riuscito a creare una grande atmosfera con una squadra incredibile, grazie anche all'aiuto di Galliani, che dava quella giusta dose di esperienza. E' stato davvero un bel lavoro fatto insieme".

Su quel gol fatto a Buffon a San Siro: "Se volevo veramente tirare? Sì, volevo tirare. Discorso chiuso (ride, ndr)"

Sulla parata di Dudek in Champions League: "Quella parata di Dudek contro di me in Milan-Liverpool? Non riesco ancora a vedere quella parata perchè non riesco a spiegarmi come sia riuscito a parare il mio tiro. Questi però sono momenti che fanno parte del calcio".

Sul gol più bello: "Ho fatto tanti bei gol, ma di sicuro scelgo quelli importanti, come ad esempio quello in semifinale di Champions League contro l'Inter. Sono quelli che contano. Mi piace molto anche quello in Supercoppa Europea contro il Porto grazie al grande cross d Rui Costa. I gol segnati contro l'Inter sono tutti belli e importanti".

Sul gol all'Inter nel 2005: "E' stato uno dei più belli. Poi l'ho fatto in un derby che è una partita che si sente molto. Quell'Inter aveva grandi giocatori".

Sul suo arrivo al Milan: "Su chi mi è stato più vicino al Milan quando sono arrivato? Billy Costacurta, Demetrio Albertini e Massimo Ambrosini, mio compagno di stanza per tanti anni. Costacurta mi veniva spesso a prendere con la macchina per andare a Milanello. Poi c'erano Boban e Paolo Maldini, con cui ho costruito un rapporto speciale che dura ancora oggi".

Sul Milan attuale:  "La cosa più importante in questo momento è concentrarsi sul finire bene la stagione e dare il massimo. Bisogna cercare di essere professionali fino alla fine, poi vedremo cosa accadrà".

Sul tornare al Milan: "Il mio obiettivo sarà sempre quello di diventare allenatore del Milan perchè è nel mio cuore e i tifosi mi vogliono bene. Quando non sarò più ct dell'Ucraina mi piacerebbe farlo. Vedremo se e quando succederà e soprattutto se la società vorrà affidarmi un giorno questa opportunità. In questo momento però sono concentrato sul lavoro che devo fare con la Nazionale".

Su Mykolenko: "E' un giocatore da Milan? E' cresciuto tanto e da due anni è titolare nella mia squadra. Ha ampi margini di miglioramento ed è fondamentale per noi, poi deciderà il Milan se acquistarlo o meno".

Su un consiglio da dare al Milan: "Io dico ai giocatori di dare sempre il massimo in allenamento e in partita. Così avranno il rispetto dei tifosi".

Un saluto ai tifosi: "Un saluto e un abbraccio e sempre Forza Milan!". INTANTO ARRIVANO NOVITA' SUL FUTURO DI ZLATAN IBRAHIMOVIC, CONTINUA A LEGGERE >>>

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