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Serginho: “Tifo Milan sin da piccolo. Leao cresciuto molto. Su Theo…”

Serginho AC Milan Borussia Dortmund
Serginho, ex calciatore rossonero, ha rilasciato una lunga intervista toccando tanti temi interessanti inerenti al Milan
Fabio Barera Redattore 

Serginho, ex calciatore rossonero, ha rilasciato una lunga intervista a 'DAZN', toccando tanti temi interessanti del passato e del presente del Milan. Ecco, dunque, tutte le sue parole.

Milan, l'intervista completa di Serginho

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Su Berlusconi: "Ho avuto la fortuna di averlo come presidente, a lui piaceva il calcio fantasia e ho avuto la fortuna di trovare un gruppo che ha capito che la forza di noi brasiliani è più la parte offensiva che difensiva".


Sull'essere il giocatore più veloce della storia del Milan: "Si è vero, ne sono molto orgoglioso perché significa aver lasciato qualcosa. Il secondo è distante".

Sugli amici al Milan: "Io ho avuto un bel rapporto con tutti, Rino (Gattuso) Andrea (Pirlo), Ambrosini e Paolo (Maldini). Io e Paolo siamo come fratelli, ho avuto suo padre come allenatore e mi diceva sempre che ero come un figlio. C’è sempre stata stima con tutti".

Sul ruolo: "Io fin da piccolo ho tifato Milan e Paolo Maldini lo vedevo come un modello anche se avevamo caratteristiche diverse. Ho imperato tanto da lui. Con Maldini e Nesta potevo permettermi di pensare poco alla copertura".

Su Ancelotti: "Ha cambiato la vita di molti giocatori di quel Milan, con lui avevi un rapporto umano fuori dal normale e credo che quella sia stato la forza di quel Milan vincente. Lui CT del Brasile? Lo vedo bene, anche se è un momento difficile per il calcio brasiliano, si è perso molto, vedo una squadra senza identità, sarà particolarmente delicato per Carlo ma lui è un allenatore intelligente".

Su Milanello: "È una casa. Abbiamo vissuto più lì che a casa nostra. Era piacevole stare lì perché eravamo come una famiglia senza tensioni interne".

Su Inter-Milan 0-6: "È stata una serata speciale, nemmeno il tifosi più ottimista se lo sarebbe potuto aspettare, un derby unico in cui ci è andato tutto bene e che rimarrà per tanti anni nella storia".

Su Pato: "Era un grandissimo talento, quando è arrivato al Milan si vedeva una qualità impressionante poi si è perso forse per un problema di testa per le tante distrazioni che posso esserci a Milano. Peccato".

Sui derby persi: "La sconfitta per 5-1 amplifica questo dato. Il Milan soffre il sistema tattico di Inzaghi, non abbiamo ancora capito come uscirne, come affrontarlo, fa male".

Su Leao: "È cresciuto tanto negli ultimi due anni dopo un inizio non buono. Quando lo vedo noto che lui è molto più calcio spettacolo, fantasia, mentre altri come lui come Ronaldo, Kakà e Ronaldinho quando puntavano l’uomo lo facevano per fare male, per fare gol. Non ha trovato ancora il suo equilibrio".

Su Theo Hernandez: "Si mi piace, ma sono più veloce io. Ha una forza fisica e una qualità tecnica impressionante. Abbiamo caratteristiche diverse a lui piace più andare palla al piede, a me invece l’effetto sorpresa".

Sui calci di rigore: "Tirarlo è la sensazione più brutta soprattutto in una finale di Champions, ti passa tutto per la testa la porta diventa piccola e il portiere gigante".

Su Milan-Juventus di Champions: "È stata la finale più bella, era da tanti anni che il Milan non vinceva la Champions e quella squadra era stata creata per vincerla. Il nostro obiettivo era quello dall’ inizio dell’anno, infatti abbiamo fatto un campionato bruttissimo. Poi vincere contro la Juve ha sempre un sapore speciale".

Su Maldini: "Vederlo lontano dal Milan fa male, non è piacevole per nessuno, ha fatto un grandissimo lavoro da dirigente: uno scudetto e una semifinale Champions era difficile da credere". Milan, Camarda si racconta: "Ronaldo il mio idolo. Mi piace anche Benzema" >>>

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