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INTERVISTE

Scaroni su San Siro: “Ho più ottimismo per il nuovo stadio rispetto all’anno scorso”

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Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha parlato dal palco de Il Foglio a San Siro. Ecco le sue parole sul futuro dei rossoneri
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Paolo Scaroni, presidente del Milan, è intervenuto recentemente dal palco de 'Il Foglio' a San Siro, affrontando una serie di temi cruciali per il futuro del club. Durante il suo intervento, ha parlato della questione del nuovo direttore sportivo, della costruzione del nuovo stadio e ha condiviso alcune riflessioni riguardo alla situazione di diversi giocatori rossoneri, offrendo uno spunto interessante sulle direzioni future del Milan.

Scaroni: “Ristrutturare San Siro è troppo rischioso, meglio un nuovo stadio”

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"Ne abbiamo parlato tante volte, alcune con ottimismo e altre con pessimismo. Oggi siamo tornati, dopo un gioco dell’oca, dove eravamo partiti. Cioè a voler costruire un nuovo stadio qui a San Siro, giocando al Meazza finché il nuovo stadio sarà pronto e poi traslocare. Poi, conservando le vestigia di questo stadio che tutti noi amiamo, faremo delle attività, un albergo e tante altre cose. Oggi ho più ottimismo rispetto all’anno scorso, e la ragione è questa: questo progetto non è più solo il progetto di Inter e Milan, ma è diventato anche dell’amministrazione comunale, del sindaco di Milano. Avete letto le dichiarazioni di Sala, lui vuole dotare Milano di un meraviglioso stadio, che questa città merita come lo meritano i due club. Milano, grazie a Milan e Inter, è una delle grandi capitali del calcio mondiale. E come tale deve avere uno squadra non bello, ma bellissimo. Efficientissimo. Io dico che oggi c’è ben più del 50% di probabilità di poter arrivare al traguardo. Sicuramente è stato un fattore, poi anche il sindaco e l’amministrazione comunale hanno tante voci. Mi metto nei panni di Sala, non è facile e lo posso capire. Poi torno al fatto che noi, sia Milan sia Inter, siamo così decisi ad avere una struttura che ci ospita: io sono sempre stato contrario alla ristrutturazione del Meazza. La ragione fondamentale è che non riesco a immaginare un grande cantiere in cui ogni tre giorni entrano 70mila persone. Lo considero una cosa pericolosissima per le persone: non esiste esempio di due squadre che giocano nello stesso stadio e che lo ristrutturano continuando a giocare. Se avessimo avuto qui vicino uno stadio anche solo da 40 mila spettatori, in cui poter traslocare anche solo per un anno, beh, la ristrutturazione avrebbe avuto senso. È una cosa che in queste condizioni non si può fare".