L'ex allenatore del Milan, Arrigo Sacchi ha chiarito le voci che negli ultimi giorni avevano ipotizzato un suo possibile ritorno sulla panchina di una squadra. Intervenuto ai microfoni di Gazzetta.it, Sacchi ha smentito categoricamente le speculazioni, definendo l'intera situazione un semplice "equivoco". Il tecnico, che ha scritto pagine indelebili nella storia del calcio con il Diavolo, ha voluto fare chiarezza su un tema che aveva destato curiosità tra i tifosi, spiegando che non c'è alcuna trattativa in corso e che non ha intenzione di tornare a lavorare come allenatore. Ecco, di seguito, le sue parole:


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Sacchi smentisce il ritorno: “Non sono matto, è stato solo un equivoco!”
"State scherzando? Al calcio ho dato tutta la mia vita, ma adesso, a settantotto anni, come posso pensare di tornare in panchina? Non sono mica matto. È frutto di un equivoco. Ho semplicemente mandato un messaggio a Galliani nel quale gli ho detto che, se avesse bisogno di un aiuto per il Monza, io sarei disponibile. Ma non certo per fare l'allenatore. Io sono riconoscente a Galliani, come al presidente Berlusconi, per tutto quello che hanno fatto per me".
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"Assolutamente no - ribadisce l'ex allenatore del Milan -Ho tanti contatti con allenatori e dirigenti, il calcio lo vivo ancora, lo osservo, lo studio e ne scrivo per la Gazzetta. Pensate che spesso ricevo telefonate dal Brasile, dall'Argentina o dalla Spagna dove mi chiedono commenti su questa o su quella partita, giudizi su questo o su quel giocatore. Io sono 'malato' di calcio, lo sapete: ho dato tutto me stesso a questo sport e, se potessi, farei qualsiasi cosa per migliorarlo. Però, ve lo dico chiaramente, non ho proprio intenzione di sedermi di nuovo in panchina. L'ultima volta è stato al Parma nel 2001, e poi ho detto basta". Esiste un Sacchi nel calcio moderno? "Ne esistono di più bravi, credetemi - sottolinea -. Penso ai miei amici Ancelotti e Guardiola, in particolare. Però vi dico che quello che abbiamo fatto noi con il Milan, e quel Milan è stato eletto dalla Fifa come il club più forte della storia, difficilmente potrà essere ripetuto. C'era un progetto chiaro, c'era un gioco innovativo, c'erano calciatori bravi che erano prima di tutto delle persone perbene, e c'era una società che funzionava a meraviglia. Ecco perché sarò sempre grato a Berlusconi e a Galliani, ed ecco perché ho mandato quel messaggio a Galliani dicendomi disponibile, se mai ne avesse bisogno, a dargli una mano in qualità di consulente. Tutto qui. Ma non abbiate paura: in panchina non ci torno!". LEGGI ANCHE: Milan-Theo Hernández, è finita: i rossoneri lo rimpiazzeranno così >>>
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