"Assolutamente no - ribadisce l'ex allenatore del Milan -Ho tanti contatti con allenatori e dirigenti, il calcio lo vivo ancora, lo osservo, lo studio e ne scrivo per la Gazzetta. Pensate che spesso ricevo telefonate dal Brasile, dall'Argentina o dalla Spagna dove mi chiedono commenti su questa o su quella partita, giudizi su questo o su quel giocatore. Io sono 'malato' di calcio, lo sapete: ho dato tutto me stesso a questo sport e, se potessi, farei qualsiasi cosa per migliorarlo. Però, ve lo dico chiaramente, non ho proprio intenzione di sedermi di nuovo in panchina. L'ultima volta è stato al Parma nel 2001, e poi ho detto basta". Esiste un Sacchi nel calcio moderno? "Ne esistono di più bravi, credetemi - sottolinea -. Penso ai miei amici Ancelotti e Guardiola, in particolare. Però vi dico che quello che abbiamo fatto noi con il Milan, e quel Milan è stato eletto dalla Fifa come il club più forte della storia, difficilmente potrà essere ripetuto. C'era un progetto chiaro, c'era un gioco innovativo, c'erano calciatori bravi che erano prima di tutto delle persone perbene, e c'era una società che funzionava a meraviglia. Ecco perché sarò sempre grato a Berlusconi e a Galliani, ed ecco perché ho mandato quel messaggio a Galliani dicendomi disponibile, se mai ne avesse bisogno, a dargli una mano in qualità di consulente. Tutto qui. Ma non abbiate paura: in panchina non ci torno!". LEGGI ANCHE: Milan-Theo Hernández, è finita: i rossoneri lo rimpiazzeranno così >>>
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