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Sacchi: “Ritorno al Milan? Sbagliai. Berlusconi mi voleva al Monza”

L'intervista di Arrigo Sacchi (ex allenatore AC Milan) a 'La Gazzetta dello Sport' | Milan News (Getty Images)

Arrigo Sacchi, il 'Profeta di Fusignano', domani compie 75 anni. Ecco uno stralcio della sua intervista esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport'

Daniele Triolo

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan per quattro stagioni, dal 1987 al 1991, e successivamente, nella seconda parte della stagione 1996-1997, ha rilasciato un'intervista in esclusiva ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Domani, infatti, il 'Profeta di Fusignano' compirà 75 anni. Ecco uno stralcio delle dichiarazioni più interessanti di Sacchi.

Sacchi su Silvio Berlusconi: "Se lo sento? Ogni tanto. Una delle ultime volte mi ha detto: 'Arrigo, venga a fare il direttore tecnico al Monza. Le do una villa ed un maggiordomo ...'. No, grazie, Presidente: è tardi. Sono contento che stia meglio".

Sacchi su Adriano Galliani: "Il CoVid? Adriano mi ha fatto spaventare. Mi ha detto che era asintomatico. Qualche giorno dopo mi ha scritto che aveva sempre la febbre, poi ha smesso di rispondermi. Finalmente, una mattina, mi sono arrivate tre faccine gialle con il cuore, tre bacini. Un grande dirigente. Un momento che mi lega a lui? Per me quattro anni sono stati un momento solo".

Sacchi su Frank Rijkaard: "Ricordo Rijkaard seduto sugli scalini del 'Bernabéu' che portavano al campo. Era immerso nel fumo della sua sigaretta, preoccupatissimo, pochi minuti prima del 'Clásico'. Lui allenatore del Barcellona, io direttore tecnico del Real Madrid. Lo calmai. 'Tranquillo, Frank. Vincete facile, non siamo competitivi'. Florentino Pérez ascoltò e mi chiese: 'Ma lei sta con noi o con loro?'. Il Barça vinse 3-0".

Sacchi sull'Italia seconda ai Mondiali di USA '94: "Un anno fa rigiocammo la finale del '94'. Franco Baresi si sfogò: 'Mister, nessuno ricorda più la nostra Nazionale. Eppure perdemmo in finale ai rigori, in un torneo massacrante. Mai una squadra europea era arrivata così vicina ad un Mondiale fuori dall'Europa'. Ha ragione: la sofferenza di quei ragazzi fu un'impresa etica. Meritavamo un riconoscimento di Stato come altri: una nomina a cavaliere, commendatore ... A Pasadena c'erano un sacco di politici. Avessimo vinto, sarebbero tornati in aereo e noi a nuoto".

Sacchi sul suo ritorno al Milan nella stagione 1996-1997: "Pensavano di curare un malato grave con l'aspirina. Mancava il gruppo, lo spirito di squadra e perciò mancava tutto. Sbagliai anche io. Anche io avrei dovuto fare come a Parma, nel 2001: ritrovare gli uomini prima dei calciatori".

Sacchi su chi guarda in tv per divertirsi: "Il Bayern Monaco gioca bene. Anche il Manchester City da quando ha ripreso a pressare. Pep Guardiola mi chiamò a novembre, nel momento più critico. Glielo dissi: 'Non pressi più'. Pep migliora i campionati in cui gioca, perché trasmette conoscenze e coraggio. Come faceva il mio Milan. Infatti in quegli anni vincevano in Europa anche le altre italiane. Negli ultimi dieci anni non ha vinto nessuno. Atalanta e Milan sono le squadre che giocano meglio. Ammiravo già Stefano Pioli, ma non aveva mai trasmesso un'identità così forte ad una sua squadra. Lo Spezia, come l'Atalanta, fa il pressing più sistematico. Nessuno ha undici uomini attivi come Gian Piero Gasperini. Antonio Conte è sulla strada giusta: si vede che si sforza e che lotta contro qualche vecchia abitudine". Milan, la volontà di Donnarumma e la reale richiesta di Raiola >>>

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