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ROME, ITALY - MAY 07: 07: Thiago Silva and Pato and Robinho of Milan celebrate the victory after the Serie A match between AS Roma and AC Milan at Stadio Olimpico on May 7, 2011 in Rome, Italy. (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
Intervistato da Gianluca Gazzoli, al suo podcast BSMT, Alexandre Pato si è raccontato a tutto tondo: dal Milan a San Siro fino a Rafael Leao. Ecco, di seguito, tutte le dichiarazioni dell'ex attaccante rossonero.
Sulla chiamata del Milan: "Quando ero giovane io andavo con la Nazionale brasiliana qualche volta. Oltre al Milan c'erano anche altri club. Juventus, Real Madrid, Barcellona, Ajax, PSV. L'Inter anche. Andai al Mondiale in Canada con la Sub21 brasiliana e prima di una partita ci dissero che c'era Ancelotti a vedere la partita. Io ho detto: "Ah, okay". Magari non so se era vero, ma lo stimolo di fare di più lo avevo avuto. Feci bene il Mondiale, ma venimmo eliminati praticamente subito. Poi sono tornato in Brasile e l'allenatore della prima squadra dell'Internacional mi chiamò per fare una partita. Andò benissimo e pretese che rimassi. Andammo a giocare il Mondiale per club, vincemmo, ed io sapevo che c'era il Milan davvero. Dissi che era là che volevo andare. Perché c'erano tutti. Ronaldo, Maldini, Nesta, Pirlo, Gattuso, Cafù, tutti, Kakà, Sheva, Pippo (Inzaghi, ndr). Io volevo andare là perché volevo giocare con i super campioni. Quindi il mio agente venne ma io gli dissi che volevo andare lì. "Io gioco alla play e voglio andare lì" (ride, ndr). Non sapevo l'importanza che era. Volevo solo giocare con loro. Io non capivo come era il Milan, io volevo andare lì e basta".
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