"Darei tutto per indossare ancora la maglia del Milan"
—Sulla sua carriera: "L’ultima partita è del 21 settembre 2023, ma continuo ad allenarmi da solo. Tornerei solo per il Milan. Ho fatto tante esperienze nella mia carriera: alcune belle, altre deludenti. Ho gioito, ho sofferto, ho imparato. Sono cresciuto come uomo e non solo come calciatore. Adesso guardo le cose sotto un altro punto di vista, ma vorrei davvero indossare di nuovo la maglia del Milan e lo farei con grandissimo impegno e serietà".
Sul momento più bello vissuto in rossonero: "La doppietta nel derby-scudetto del 2011. Quell’anno segnai 14 gol in 25 partite, con Ibra e Robinho mi trovavo benissimo. La sfida con l’Inter a pochi turni dalla fine era decisiva e, a proposito dell’urlo di San Siro, dopo i miei due gol lo stadio esplose".
Su come si spiega, oggi, tutti gli infortuni dell'epoca: "Non ero fragile, mi allenavo bene, curavo l’alimentazione, ero disciplinato. Nella mia famiglia tutti erano fisicamente forti. Probabilmente sono cresciuto velocemente e avrei avuto bisogno di fare esercizi specifici che mi aiutassero a non correre rischi. Ogni volta che mi fermavo perdevo forza e massa muscolare. Avevo una struttura particolare, che forse non è stata assecondata abbastanza: in partita facevo numerosi scatti da 34-35 chilometri orari".
"Silvio Berlusconi mi chiese di non andare al PSG. Non potevo dirgli di no"
—Sul trasferimento saltato al PSG, e sul mancato arrivo di Carlos Tévez al Milan, per la sua storia con Barbara Berlusconi: "Non fui io a rifiutare e nemmeno Barbara a fare pressioni. Al Psg c’erano Ancelotti e Leonardo, che anni prima mi aveva consigliato al Milan. Mi proposero uno stipendio da 8 milioni netti. Io accettai e dissi al PSG di trovare un accordo con il Milan. All’improvviso mi telefonò Silvio Berlusconi: 'Non accettare, sei la nostra stella, puntiamo su di te per la Champions'. Non potevo dirgli di no. Fu il presidente a decidere, non io e nemmeno Barbara. Poi la colpa fu data al più fragile, cioè io".
Su Barbara Berlusconi: "Non la sento da tanto tempo. Però ho un bellissimo ricordo della nostra storia: due ragazzi che stavano bene insieme senza farsi troppe domande".
Su cosa pensa di Carlo Ancelotti come C.T. del Brasile: "Sono contentissimo e spero di incontrarlo. Ha una rosa di ottimi giocatori, ma gli servirà l’aiuto di tutti. Con Carlo abbiamo la speranza di vincere il prossimo Mondiale".
Su cosa fa oggi per vivere: "Investimenti in diversi campi. Ho una palestra con mio fratello, ho comprato da poco un club con otto campi da tennis su cui vorrei aiutare i bambini a diventare professionisti. Faccio diversi corsi di formazione e potrei anche investire nel Monza: un fondo si è interessato. E mi godo Rebeca e Benjamin".
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