Sul momento del ritorno: “Se è vicino? No, anzi. Alcuni club hanno chiamato il mio procuratore per sapere come sto, quando finisce la squalifica e quali sono le mie intenzioni. Voglio aspettare il termine della stagione per capire in quale squadra potrei trovarmi bene, per poi fare il ritiro pre-campionato e lavorare per essere al top a ottobre. Posso fare ancora la differenza, il piede è sempre caldo … (ride, n.d.r.)”.
In quale squadra di Serie A si troverebbe meglio Papu Gómez: “Il Sassuolo, neo-promosso, gioca un calcio propositivo e divertente. In generale, apprezzo chi schiera il trequartista e due esterni: Vincenzo Italiano e il suo Bologna, Raffaele Palladino che sta facendo bene a Firenze. E poi, chiaramente, la mia Atalanta …”.
"Galliani mi stimava. Mi voleva l'ultimo Milan di Berlusconi con Montella"
—Sull'Atalanta che si è appena ripresa dopo un periodo negativo: “Sì, ma non è la prima volta e i ragazzi sanno come uscirne. Hanno perso diverse partite contro grandi squadre, può succedere. Per alzare l’asticella, piuttosto, bisognerebbe concentrarsi sulle gare che sulla carta appaiono facili, però poi non vanno sempre nel migliore dei modi. La crescita dell’Atalanta passa da lì”.
Su chi vedrebbe bene al posto di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Atalanta: “Si parla tanto di separazione, ma dubito che il mister lascerà Bergamo, se centrerà la qualificazione alla prossima Champions. In caso di addio, proprio Palladino e Italiano, così come Thiago Motta, potrebbero dare continuità al progetto di Gasperini”.
Su Milan-Atalanta di stasera decisiva per la corsa Champions: “Non credo. A prescindere dalla singola sfida, però, penso che l’Atalanta riuscirà a piazzarsi senza problemi tra le prime quattro. La stagione è positiva, un anno fa chiunque avrebbe firmato per trovarsi al terzo posto ad appena sei giornate dalla fine. Dopo il trionfo in Europa League le aspettative sono aumentate, ma il sogno dell’Atalanta procede alla grande”.
Sul suo possibile passaggio al Milan in passato: “Sì, Adriano Galliani mi stimava. La prima volta che ha provato a prendermi era il 2017: era l’ultimo Milan di Silvio Berlusconi, in panchina c’era Vincenzo Montella. Alla fine sono rimasto a Bergamo, perché l’Atalanta aveva un progetto ambizioso, la mia famiglia stava bene ed ero diventato uno dei leader della squadra. Poi dissi di no anche alla Lazio, mentre nel 2013 mi cercarono Inter e Atlético. Diego Pablo Simeone mi invitò a pranzo per dirmi che mi voleva, però il Catania chiedeva molti soldi e così virarono su David Villa”.
Sull'esperienza al Siviglia e sulla squalifica: “Ci ho riflettuto, è come se tutto fosse stato riequilibrato in un senso piuttosto che in un altro. Mi sarebbe piaciuto chiudere il mio percorso all’Atalanta con un trofeo, però non adoro ragionare con il senno di poi. Ho vinto due titoli con la mia Nazionale, non potevo chiedere di meglio: è una gioia indescrivibile che non baratterei con nulla al mondo”. LEGGI ANCHE: Milan-Atalanta, scatta l’ora del gol per Leao? Forse non ricordate che … >>>
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