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INTERVISTE

Papin: “Giroud come Ibra. Chi avrebbe giocato nel mio Milan? Dico Theo”

Intervista Papin AC Milan
Jean-Pierre Papin, ex attaccante del Milan, ha parlato a 'SportWeek', settimanale de 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

Jean-Pierre Papin, ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'SportWeek', settimanale de 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco le sue dichiarazioni.

Papin sulla coppia che faceva nel Milan con Marco van Basten: "Un sogno giocare con Marco. È successo poche volte, perché lui si infortunò e lì davanti eravamo in sei per tre posti, ma è stato bellissimo comunque".

Sul suo Olympique Marsiglia che eliminò il Milan dalla Coppa dei Campioni nel 1991: "Nel 1991 segnai a 'San Siro' con l’Olympique. Non so se il Milan si innamorò di me quella sera, ricordo che per noi fu il passaggio dall’adolescenza all’età adulta: avremmo eliminato il dream team che aveva vinto due Coppe dei Campioni di fila, fu allora che capimmo di essere diventati un top club”.

Papin sul Milan di Stefano Pioli tornato a vincere lo Scudetto: "Sapevo che il percorso del Milan di Pioli avrebbe riportato il club dove merita di stare. È il DNA rossonero, giocare per lo scudetto è un dovere e la magia che si respira a Milanello ha accelerato i tempi, ora mi aspetto la conferma in Italia, ma anche grandi cose in Champions League: l’esperienza dell’anno scorso aiuterà".

Sul connazionale Olivier Giroud: "Giroud ha il Milan nel cuore, come me. Questo è un club che ti conquista da subito, fin dai primi allenamenti ti accorgi di quanto tu sia privilegiato a giocare in una squadra con così tanta storia. Questa estate ho sentito Olivier, mi ha detto di essere impregnato di Milan: “Qui mi sento benissimo, quando faccio gol lo faccio prima di tutto per i tifosi”. È rimasto impressionato dalla storia che si respira a 'San Siro': lo capisco, quando hai 80mila persone che spingono sopra di te, non può che essere così".

Sul Milan migliorato con Giroud: "Assolutamente sì. Parliamo di un campione, abituato a vincere, che si è inserito alla grande in un gruppo ricco di qualità. Vedrete, in questa stagione Olivier si confermerà e farà ancora meglio. Lui è come Ibra: magari non ha la leadership di Zlatan, anche perché parla meno, ma quando arrivano le partite decisive non si tira mai indietro e le marchia. Proprio come Ibrahimović".

Su Divock Origi: "Non so se Pioli li considera solo uno l’alternativa dell’altro. Hanno caratteristiche diverse: Giroud è un centravanti classico, Origi è una punta di movimento, può giocare anche sull’esterno e “girare attorno” a Olivier. Io penso che possano coesistere e fare bene insieme, ma dipenderà dal sistema di gioco che adotterà l’allenatore".

Sulla coppia che avrebbe fatto lui con Giroud: "Ci assomigliamo per la fame di gol senz’altro! (risata, n.d.r.) Io ero più veloce, cercavo di più la profondità. Giroud dà il meglio in area e ha bisogno di assistenza da parte dei compagni: è perfetto per il Milan di oggi".

Jean-Pierre Papin AC Milan

Su cosa è più facile, Giroud ai Mondiali in Qatar o Mike Maignan titolare della Francia? "Mancano sei mesi, tutto è possibile. Olivier non ha nulla da dimostrare: è campione del mondo e Deschamps sa che cosa può dare alla Francia. Maignan è già tra i primi in assoluto: non so se riuscirà a sorpassare Lloris nelle gerarchie per il Qatar, ma il futuro è suo. Sarà il portiere titolare dei Bleus per molti, molti anni".

Su Maignan in versione 'playmaker': "Che fosse molto bravo con i piedi è risaputo, ma in Ligue 1 non gli avevo mai visto giocare il pallone in quel modo. Al Milan ha fatto dei progressi enormi, anche dal punto di vista caratteriale: in campo è sereno e sicuro come solo i grandi portieri sanno essere".

Su quanto vale oggi Theo Hernández: "Non saprei, non sono bravo con le cifre… Dico solo che è un calciatore straordinario, in continua evoluzione anche dal punto di vista tattico. Ed è merito di Pioli: ha costruito una squadra organizzata dove tutti sanno come dare il meglio di sé. Theo è potente, difende sempre meglio e quando parte palla al piede puoi aspettarti di tutto. Compresi gol alla Lionel Messi come quello all’Atalanta".

Su Pierre Kalulu: "Ha fatto passi da gigante: grande sicurezza e un’intesa fantastica con Fikayo Tomori. Ma al Milan non esistono titolari fissi, è una regola non scritta alla quale abituarsi. Io non lo accettai, non avevo capito, e andai via troppo presto. Oggi non lo rifarei".

Su Tiémoué Bakayoko che non è andato bene come nella stagione 2018-2019: "Quando stai fuori spesso non riesci a darti spiegazioni, diventa frustrante. Bakayoko è un buon centrocampista, ma quando è tornato al Milan ha trovato una concorrenza di altissimo livello: Sandro Tonali, Ismaël Bennacer, Franck Kessié".

Su Yacine Adli che sta già imparando l'italiano: "Bravo, è importantissimo. Io lo imparai in due mesi, studiavo durante l’Europeo del ’92 in Svezia: avevo i libri di grammatica in camera".

Su cosa bisogna aspettarci da Adli: "Dal punto di vista offensivo ha tutto per fare bene: tiro e assist, corsa, visione di gioco, grande tecnica. Deve imparare a difendere quando la palla ce l’hanno gli altri, è la patente per guidare in Serie A. Sono sicuro che si ambienterà presto: è un ragazzo intelligente ed è cresciuto al PSG, una palestra eccellente per i giovani talenti".

Sul francese nel Milan di oggi che avrebbe visto bene nel suo Milan: "Quella squadra era perfetta, chiunque avrebbe dovuto fare un po’ di panchina. Se devo scegliere dico Theo Hernández. E quando Paolo Maldini stava fuori, il Milan avrebbe schierato un altro terzino sinistro di livello mondiale. Immaginate che spettacolo …". Milan, non solo CDK: ecco un altro trequartista. Le ultime news di mercato >>>

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