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INTERVISTE

Milan, Tomori: “Ricordo ancora la prima telefonata di Maldini”

Fikayo Tomori, difensore del Milan (getty images)
Fikayo Tomori ha rilasciato una lunga intervista in cui siu sofferma sul passato al Chelsea e sul suo presente al Milan

Fabio Barera

Il difensore del Milan Fikayo Tomori ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di OneFootball, nella campagna Next in Line di FedEx. I temi toccati dal centrale inglese sono stati il suo passato al Chelsea e il suo presente con la maglia rossonera. In modo particolare di questa parentesi ricorda la prima telefonata di Paolo Maldini che lo voleva convincere ad abbracciare il progetto del Diavolo. Di seguito le sue parole.

Milan, le parole di Fikayo Tomori

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Sul Chelsea: “Ricordo che quando ero più giovane pensavo sempre a come si diventasse professionisti. Poi uno scout del Chelsea è venuto a parlare con mio padre alla fine di una stagione dicendogli: ‘Ho osservato tuo figlio e voglio che venga nella nostra academy. Il primo giorno all’academy c’erano ragazzi da tutta Londra che facevano le stesse cose che facevo io. Non è stato facile. Ricordo di aver detto a mio padre, di ritorno in macchina, di non essere sicuro voler di tornare. Lui mi rispose che l’avrei fatto, perché avevo bisogno di un posto dove mettermi alla prova e migliorare. Crescendo, mio padre mi ha spinto molto e ha sempre voluto che facessi di più. Mi capisce probabilmente più della maggior parte delle persone. Dice che tutto si basa sulla diligenza, non solo nel calcio ma anche nella vita. ‘Se lavori duramente per qualcosa, se ti applichi e la vuoi davvero, allora quello che fai avrà successo’. È qualcosa che ho sempre avuto in testa, qualcosa di tatuato nel mio cervello da qualche parte, qualcosa a cui penso sempre”

Sulla sua parentesi al Milan: “Ricordo la prima telefonata di Paolo Maldini, in cui mi disse che che mi volevano. Ero cresciuto guardando il Milan dei tempi d’oro e i suoi giocatori. Pensavo ‘Davvero mi vuole il Milan?. Indossare il rossonero è stato surreale. San Siro, poi, è come un monumento: lo puoi vedere dalla strada mentre ci passi davanti, sembra si rivolga verso di te. I giorni delle partite, i tifosi sono lì due ore prima dell’inizio e sbattono sul pullman. Si vede il loro entusiasmo, la loro carica, si sente l’energia che emanano. Quando sono arrivato, ho dovuto pensare di più al mio stile di gioco. In Italia è più importante capire dove posizionarti rispetto al pallone, come passarlo. È più specifico e dipende dai movimenti della squadra. È diverso rispetto all’Inghilterra, dove a volte si gioca in base all’istinto. In Italia credo si tenda ad eliminarlo il più possibile”. Milan-Tottenham, la probabile formazione rossonera: due cambi per Pioli >>>

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