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Milan, Tognazzi: “Troppi individualismi. Prendiamo gli schiaffi quando…”

Gianmarco Tognazzi AC Milan

L'attore Gianmarco Tognazzi, grande tifoso del Milan, ha parlato del momento della squadra rossonera ai microfoni di Radio Rossonera

Salvatore Cantone

L'attore Gianmarco Tognazzi, grande tifoso del Milan, è stato intervistato dai colleghi di Radio Rossonera. Tognazzi ha parlato del momento che sta attraversando la squadra di Pioli dopo il ko contro il Sassuolo: "Mancanza di equilibrio dei tifosi? Preferisco parlare del Milan e non del tifo del Milan. Il tifo del Milan si divide in due parti:  chi va allo stadio a supportare la squadra e chi parla tanto per parlare, visto che lo sport  nazionale è sparare cazzate. Non mi voglio più confrontare con questo genere di  atteggiamento che reputo antisportivo".

Cosa è andato storto contro il Sassuolo? La partita con l’Atletico ha lasciato  strascichi? 

"Non direi, è stata una serie di concause, non ultima il fatto che far tirare troppo la carretta  ad alcuni giocatori come Leao fa si che alla lunga si perda in brillantezza. Non ho visto per  esempio un Brahim Diaz brillante, né tantomeno attento. Saelemaekers ci mette sempre  tutto, ma non ha la brillantezza dell’anno scorso. C’è anche un problema psicologico: il  Milan non può stare tranquillo, quando pensa a come gestire una situazione che va bene  inizia a peccare di rilassatezza. Poi è ovvio che arrivano gli errori individuali: 5 gol su 7 li  abbiamo regalati nelle ultime due partite. Soffriamo la difesa alta, quella del Porto come  quella del Sassuolo e della Fiorentina, sono rimaste tutte molto alte e molto corte. Bisogna  prendere precauzioni a questo sistema di gioco, ti fa perdere fluidità. E’ chiaro che dopo  due partite così va fatto un bagno di umiltà: è obbligatorio guardare partita per partita, tutti  i punti sono fondamentali"

Ci sono secondo te degli scheletri dopo quello che è successo l’anno scorso?

"Il crollo l’anno scorso è arrivato tre mesi dopo. Se proprio ci deve essere un momento di  flessione, allora meglio che sia in questo momento. Ma ora a cavallo del Liverpool non ce  lo possiamo più permettere: abbiamo l’Inter dietro e il Napoli davanti, anche se c’è ancora  lo scontro diretto. Mandare tutto allo scatafascio per due partite interpretate male a livello  caratteriale è un grosso errore, è prematuro. Certo che se la tranquillità porta il Milan a  giocare con sufficienza, allora preferisco avere gli altri a 1 punto dietro. Quando siamo  troppo rilassati e pensiamo di poterla sfangare con qualche giocata dei singoli veniamo  sempre presi in contropiede. Dobbiamo avere sempre qualcosa da dimostrare: quando ce  la crediamo troppo e perdiamo umiltà e semplicità, prendiamo gli schiaffi"

. E’ più una questione di concentrazione o una questione fisica? Sembra che per fare  bene il Milan debba sempre essere al 100%. 

"Questo per forza, se sei la squadra che siamo noi, con molti giovani e qualche anziano  esperto sia chi gioca che chi subentra deve sempre dare il massimo. Il Milan è in un  periodo in cui l’avvicendamento di certi giocatori arriva in un momento tosto: Maignan  arriva da un recupero lampo ma la cosa vale per Florenzi, Messias e tutti quelli che hanno giocato meno. Il crollo psicologico di San Siro è stato netto, basta guardare la prestazione  di Bakayoko: per 20 minuti domina, poi esce dal campo. Manca la tranquillità per rimettere  in sesto le seconde linee. E poi abbiamo avuto la conferma che il Milan non può  permettersi due defezioni in difesa come quelle di Calabria e soprattutto di Tomori. La  situazione non è semplice nemmeno per gli allenatori: con tutte queste partite non c’è  tempo di provare cose diverse, è difficile che una squadra possa migliorare strada  facendo. Non c’è tempo di aggiungere la pratica alla teoria."

Mercoledì c’è subito il Genoa, è una fortuna giocare subito o sarebbe stato meglio  tirare il fiato? 

"Quando fai una figuraccia dove non si salva nessuno per spirito di reazione (che invece  c’è stato a Firenze) è meglio giocare subito. Nelle ultime partite ci sono stati troppi  individualismi, bisogna tornare a giocare di squadra. C’è da dire anche che se i rinnovi  portano alla flessione che ha avuto per esempio Saelemaekers, non rinnoviamo più  nessuno. La flessione emotiva è grande, era spento anche se è quello a cui si può  recriminare meno. Il Milan non può regalare 2-3 gol a partita e pensare di portare a casa  punti. Tocca ritrovare la quadratura dietro, abbiamo capito che Tomori è fondamentale. Mi  dispiace per Sheva ma a Genova non abbiamo possibilità di sbagliare, non ci possiamo  permettere errori. Da adesso non puoi più perdere punti, i bonus per un bel po’ te li sei  giocati."

Ma cosa abbiamo fatto di male al Sassuolo e a Berardi? 

"Il Sassuolo è discontinuo: quando gioca con le grandi riesce a mettere in campo cose  buone, mentre ha perso punti con le squadre di pari grado. Domenica giocavano a uno  due tocchi, ci hanno fatto correre e non riuscivamo a fare il nostro solito pressing. Vista la  prestazione sorvoliamo anche sull’errore arbitrale di Manganiello: c’era un rosso su  Raspadori e un rigore sul finale di partita. Anche se non sarebbe cambiato nulla"

Sottolineiamo anche qualche cosa positiva di domenica, come gli applausi nel  riscaldamento a Tatarusanu e Gabbia. 

"Sottolineiamola volentieri. Tatarusanu salva il risultato contro l’Atletico dopo 5 minuti e non  ne ha parlato nessuno, come dopo la prestazione contro il Porto. Se un tifoso si ricorda  quello che gli fa comodo per vomitare le soddisfazioni di una vita mediocre è un problema  suo: di sicuro non è tifo". Calciomercato Milan, fari puntati sul nuovo Tomori. Le ultime >>>