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Sacchi: “Mercato non buono. Milan, Maldini ti rispettava. La colpa di Pioli…”

intervista Sacchi AC Milan Pioli Maldini
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport'. Gli argomenti: Maldini, il mercato, Leao, Pioli e non solo
Emiliano Guadagnoli Redattore 

Il Milan sta vivendo una stagione di alti e bassi. I rossoneri vincono molte partite e poi si fermano. Il tutto si vede nella classifica, dove i rossoneri si trovano al terzo posto. Arrigo Sacchi, ex allenatore del Diavolo, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport'. Tanti gli argomenti: Maldini, il mercato, Leao, Pioli e non solo. Ecco le sue parole.

Sulla stagione del Milan: «Il giudizio è sospeso. Il campionato è stato negativo, non perché sarà l’Inter a vincere, ma perché i rossoneri non sono mai stati in lotta per lo scudetto. E anche l’uscita dalla Champions nei gironi dopo la semifinale dello scorso anno pesa nelle valutazioni, così come l’eliminazione in Coppa Italia. Il Milan deve arrivare secondo, e può riuscirci perché ha più qualità complessiva della Juve, e andare in fondo in Europa League. Altrimenti il bilancio non sarà buono».


Sacchi bordata al mercato. E Maldini...

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Sul mercato: «Il mercato non è stato fatto bene. E non mi riferisco solo alle qualità individuali, visto che Pulisic ha offerto un ottimo rendimento e Loftus-Cheek dopo un inizio difficile è cresciuto. Ma sarebbe servito un difensore centrale affidabile e soprattutto un centravanti valido, che facesse rifiatare Giroud. Purtroppo è difficile integrare tanti stranieri insieme. E ho l’impressione che molti acquisti non siano stati decisi o almeno condivisi da Pioli e, se davvero fosse così, sarebbe un errore grave. In generale credo che il modo in cui è stata composta la rosa non sia quello giusto, non ho visto un progetto come era accaduto nel recente passato, ma una serie di operazioni slegate una dall’altra. E così è difficile creare una squadra competitiva».

Su Maldini e gli algoritmi: «Paolo aveva fatto molto bene, rispettando i bilanci e la storia del Milan. Aveva scelto un allenatore che cercava di uscire dal tatticismo per diventare uno stratega e lo aiutava non solo sul mercato, ma giorno dopo giorno. Temo che Pioli si sia sentito un po’ abbandonato dopo la decisione di fare a meno di Maldini. Io non conosco gli americani e nemmeno Furlani. Mi auguro che in società non ci siano diverse anime, altrimenti si rischia. Ai miei tempi c’era una catena di comando chiara: Berlusconi, Galliani, Braida, io. Avevamo tutti la stessa idea di calcio. I dirigenti erano competenti e insieme rispettavamo lo stile del club. Lo stile ti dice chi sei e dove vai. Qual è oggi lo stile del Milan?».

Sacchi su Pioli e Leao

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Sul campo la squadra appare spesso spaccata in due. Questa è responsabilità di Pioli: «Sì. È bravo e deve fare in modo che non accada più. Vedo che spesso Pioli viene criticato, io non gli darei troppe colpe perché vanno valutati anche il contesto e il gruppo a disposizione. Il Milan a volte dà l’impressione di non saper stare in campo, poi azzecca cinque o sei partite, poi ripiomba nel caos. Non c’è equilibrio sul terreno di gioco e non c’è continuità nei risultati. Così non si va da nessuna parte. Se un giocatore non si sacrifica, se non corre all’indietro rapidamente, se non collabora, Pioli deve avere il coraggio di lasciarlo fuori. Altrimenti quel giocatore danneggia tutta la squadra. Quando vedo i giocatori del Milan sparpagliati per il campo significa che qualcosa non va. E a me dispiace tanto, perché penso che Pioli sia un buon allenatore oltre che una brava persona. Però deve intervenire».

Su Leao: «Ha enormi qualità, ma deve giocare per la squadra e con la squadra. Invece gioca prevalentemente da solo. Il temperamento è genetico: ce l’hai o non ce l’hai. Spero che lui ce l’abbia perché, tirandolo fuori, diventerebbe un campione».

Su come si può ridurre il gap dall’Inter: «Con la forza delle idee. L’Inter sta giocando un calcio spettacolare, moderno, europeo. E non è giusto criticare Milan e Juve perché non riescono a tenere il passo dei nerazzurri. Però bisogna saper leggere le situazioni e operare di conseguenza. Il Milan dovrà prendere giocatori funzionali al prezzo giusto. Ma per farlo serve competenza in chi decide, quindi nei dirigenti». LEGGI ANCHE:Calciomercato Milan - L'attaccante lo porta De Zerbi? L'indiscrezione

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