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Milan, Sacchi: “L’addio di Maldini? Un atto contro natura. Su Leao…”

intervista Sacchi Pioli AC Milan
Arrigo Sacchi, ex allenatore rossonero, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista parlando anche del Milan di Stefano Pioli
Fabio Barera Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore rossonero, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni de 'Il Corriere della Sera', parlando anche del Milan. Ecco, quindi, le sue parole.

Milan, le parole di Arrigo Sacchi

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Su Leao: "Non sopporto chi non sfrutta appieno il proprio talento. Quel ragazzo ha qualità evidenti, ma sta raccogliendo meno di quanto potrebbe. Nel calcio, la testa va allenata non solo per colpire la palla".


Sulla crisi del Milan: "Cosa penso della crisi dei rossoneri? Mandare via Paolo Maldini è stato un atto contro natura. Prendere 6-7 nuovi stranieri in una sola volta invece è un azzardo, soprattutto in una squadra con pochi italiani. Hanno bisogno di tempo per inserirsi, e per capire".

Su Marco van Basten: "Qualche anno fa, le cose che disse in una intervista mi ferirono. Ma non gliene voglio male. Non mi sembra di essere stato duro con lui. Semplicemente, lo trattavo e lo valutavo come gli altri. Forse non gli andava bene questo. Ma non me lo ha mai detto. Tra noi non c’erano problemi".

"Beh, forse qualche tensione c’è stata. Lui era convinto che noi italiani fossimo tutti ignoranti. Una volta gli risposi. Caro Marco, gli dissi, guarda che noi vincevamo i campionati del mondo quando voi olandesi stavate ancora sott’acqua. Lo feci ridere, e ne fui felice. Era una persona e un atleta fragile. Durante una partita di precampionato della nostra prima stagione, gli dissi che non serviva che andasse incontro alla palla a centrocampo. Vacci vicino, senza cercarla, e poi taglia dentro, che così ti picchiano di meno".

Su Giacinto Facchetti: "Ho preso molti abbagli, come tutti. Da giovane, non mi chieda perché, non lo so neppure io, ma detestavo Giacinto Facchetti, inteso come calciatore. Poi mi resi conto che invece era il prototipo del giocatore moderno. Un difensore che attaccava, il primo in Italia. Anche una gran persona perbene".

Su Antonio Conte: "Ne ho stima. Vero, non gioca il mio calcio ideale. Ma riconosco in lui la mia stessa intensità, la stessa passione che mi animava. Ha il fuoco dentro. Gli auguro di non bruciarsi, di gestire i propri demoni interiori meglio di quanto sono riuscito a fare io". LEGGI ANCHE: Primavera - Le pagelle di Milan-PSG secondo la nostra redazione >>>

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