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Milan, Rijkaard a tutto tondo: “Eravamo così forti che a volte mi addormentavo. Sacchi…”

Frank Rijkaard, ex giocatore del Milan 10/02/2025 PianetaMilan.it
Intervistato dal canale ufficiale del club, Frank Rijkaard, ex leggenda del Milan, ha parlato della sua avventura in rossonero
Francesco Aliperta Redattore 

Intervistato dal canale ufficiale del club, Frank Rijkaard, ex leggenda del Milan, ha parlato della sua gloriosa avventura in rossonero e svelato diverse curiosità in compagnia di altre due leggende del Diavolo, Ruud Gullit e Marco Van Basten. Ecco, di seguito, tutte le sue parole.

Sul soprannome preferito: "Frankie".

Sul calciatore a cui si ispirava da giovane: "Mario Kempes".

Sul ricordo del primo giorno a Milanello: "È stato molto divertente".

Sulla partita più bella in rossonero: "Credo la partita contro la Steaua Bucarest, perché era una finale e abbiamo dominato completamente l'avversario".


Sul primo gol in rossonero che gli viene in mente: "Quello nella finale di Champions League contro il Benfica".

Su ciò che non poteva mancare nel borsone da calcio: "Non ero superstizioso, non mi interessava molto. Dico le mie scarpe, senza scarpe non si può far niente".

Sull'esercizio che odiava di più durante gli allenamenti: "La corsa lunga. Tutte le cose senza il pallone".

Sulla sua migliore qualità in campo: "Stare in campo, almeno spero. Come giocatore ho sempre cercato di aiutare i miei compagni e quando lo facevo era una cosa buona anche per me stesso".

Sul suo peggior difetto in campo: "Quando la partita era troppo facile, ogni tanto mi addormentavo. Perdevo la concentrazione".

Sulla musica che ascoltava prima di entrare in campo: "Dipende. Abbiamo giocato qui in Italia negli anni '90 e quindi ascoltavo tutta la musica dell'epoca".

Su un coro della curva che ricorda: "Sì, l'inno del Milan, anche se non è stato un coro".

Su chi era il più puntuale: "Marco Van Basten".

Su chi era il più competitivo: "Marco Van Basten".

Su chi era il più forte: "Gullit".

Una parola o una frase per descrivere Arrigo Sacchi: "Il maestro dell'orchestra. Mister Sacchi mi ha voluto e grazie a lui sono arrivato al Milan".

Una parola o una frase per descrivere Fabio Capello: "Molto intelligente nel capire il gioco, la squadra e i suoi giocatori".

Una parola o una frase per descrivere Carlo Ancelotti: "Un maestro. Mi ricordo all'inizio che mi insegnava come si muoveva il centrocampo del Milan ed è sempre stato un esempio".

Una parola o una frase per descrivere Silvio Berlusconi: "C'è solo un presidente".

Sull'avversario che lo ha impressionato di più nel suo periodo al Milan: "Deve essere Maradona".

Sul cibo italiano preferito: "Spaghetti al pomodoro".

Sul luogo di Milano preferito: "Piazza Duomo".

Su chi, tra i tre, era più attento al look: "Credo Van Basten, perché si veste sempre uguale. Ha i vestiti di trenta anni fa".

Sul lavoro che avrebbe voluto fare se non fosse diventato calciatore: "Psicologo".

Sull'attività preferita fuori dal calcio: "Padel".

Sul rapporto tra i tre: "Bello stare qui, soprattutto perché il Milan sta festeggiando i 125 anni di storia. Ci fa felici essere qui in questo momento speciale".