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Milan, Pioli: “Messias stupirà. Rangnick? Ecco la verità”

Stefano Pioli AC Milan

Stefano Pioli, allenatore del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de "Il Giornale". Ecco le parole del tecnico rossonero

Salvatore Cantone

Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de "Il Giornale". Tanti i temi affrontati da Pioli, che è partito dal momento della svolta in casa Milan: "Già a gennaio del 2020 ho colto il cambiamento, coinciso con l'arrivo di Ibra e Kjaer. Durante il lockdown, può sembrare curioso, abbiamo avuto tutto il tempo per entrare in sintonia da remoto. Quando siamo tornati a Milanello, pur dividendo il gruppo in 4 gruppi, la sensazione che abbiamo ricavato è che ci conoscevamo meglio"

Su Rangnick: "Vuole la verità? Io non mi sono mai sentito precario. E sa perché? Perché ho sempre creduto alle parole pronunciate da Gazidis poche ore prima della sfida col Genoa. Disse davanti ai calciatori: Siamo tutti sotto esame, diamo tutto e alla fine si deciderà, non date retta ai media perché nessuna scelta è stata fatta. Perciò non mi sono mai sentito fuori dal Milan, nemmeno quando leggevo i titoloni sul tedesco".

Su Maignan: "Se la scoperta è mia? Quando giochiamo contro un rivale europeo, di solito, noi dello staff vediamo 4-5 partite per capire chi incontreremo. E in quelle partite, Mike mi aveva colpito. Poi quando è arrivato a San Siro, l'ho visto e sentito partecipe con i suoi. Lo abbiamo fatto seguire poi dai nostri preparatori dei portieri che hanno confermato il giudizio. Ora Mike ha dato il 105%, è sempre concentrato, curioso fino a rasentare la diffidenza, vive con intensità non solo la partita ma anche la settimana. È un maniaco della preparazione".

Sul contratto di Pioli con il Milan: "Nella mia testa il contratto con il Milan non ha scadenza. Ho un rapporto simbiotico con Maldini, Massara, Gazidis. Sto bene a Milanello e abbiamo tutti le stesse ambizioni. Io cambiato? Non mi sento affatto diverso da quello di 5 anni fa. È vero: la chimica tra le persone aiuta in una squadra di calcio ma quello che conta è sentirti a tuo agio anche nelle discussioni perché al Milan mi confronto con competenze avendo gli stessi obiettivi e indirizzi".

Sul Milan attuale: "Il Milan è molto cresciuto ma ha ancora margini di miglioramento ma il panorama dei pretendenti allo scudetto non è cambiato: i candidati sono sempre gli stessi, 5 o 6, con la Juve che tornerà presto sotto, l'Atalanta che è abituata a partenze lente. Sarà fondamentale, per il Milan, dimostrare la qualità decisiva: continuità nei risultati. Per vincere non bastano 18 mesi di eccellenti prestazioni".

Sugli schemi di inizio gara: "È l'aspetto più attraente del nostro lavoro: preparare la partita successiva e cercare soluzioni sempre diverse. Perché dopo il Sassuolo, molti ci aspettavano al varco e non abbiamo più ripetuto quella uscita. L'importante è che ci sia la disponibilità dei giocatori e io avverto il loro gusto nel provare combinazioni diverse"

Sul gol di Theo Hernandez in nazionale: "La nazionale francese era un suo obiettivo e l'ha centrato. È soddisfatto lui, siamo felici noi. Theo a Bergamo di quei blitz nel finale ne ha fatti 3-4 e adesso sta diventando completo anche in fase difensiva".

Sui giovani della rosa: "I giovani calciatori, per sfondare, hanno bisogno di due elementi: il talento - e qui c'è in abbondanza - e il tempo. Non sai mai quando matureranno. Io ho trovato l'8 luglio, giorno del raduno, Leao, Diaz e Tonali, molto diversi da quelli che avevo lasciato il 23 maggio. In estate hanno metabolizzato il lavoro fatto e il salto da fare".

Su Ibrahimovic e Giroud: "Abbiamo tirato il collo a Leao e Rebic in queste ultime partite, impensabile che possano giocare 50 partite in 10 mesi di fila. Perciò Ibra e Giroud torneranno utilissimi. E qui entra il mio lavoro, la gestione delle risorse: capire quando fermare uno e far entrare l'altro, specie al ritorno dalle nazionali".

Sui fischi a Donnarumma: "Gigio ha dato tutto per il Milan fino all'ultimo giorno e il club ha ricambiato proteggendolo e pagandolo fino all'ultimo giorno. Il presidente Scaroni è intervenuto il giorno prima di Italia-Spagna chiedendo che non venisse accolto con i fischi. Poi entrano in gioco la passione e i sentimenti. L'enorme relazione che c'è tra la tifoseria e il calciatore è fatta di tanto amore ma anche di tanto dispiacere".

Sul futuro: "Non vedo l'ora che recuperino Messias e Bakayoko. Messias ha qualità, è intelligente e stupirà perché è capace di giocare in due ruoli". Intanto il Milan sul calciomercato pensa a un calciatore dell'Inter. 

 

 

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