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Milan, Maldini: “Donnarumma è un professionista, le strade si dividono”

Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, è intervenuto sul canale Twitch rossonero (Getty Images)

Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, ha rilasciato un'intervista al canale Twitch ufficiale del Diavolo. Le sue dichiarazioni

Renato Panno

Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, ha rilasciato un'intervista al canale Twitch ufficiale del Diavolo. Le sue dichiarazioni: "La gioia della squadra e dell'allenatore al fischio finale a Bergamo: "È stato bellissimo, è stata un'emozione. È una stagione che è durata quasi due anni, il mister da quando è arrivato ha fatto due stagioni consecutive, non ha avuto vacanza, c'è stato il covid che ribaltato le nostre vite. Avevamo questo sogno, siamo arrivati al secondo posto per la nostra unità d'intenti. Era giusto festeggiare insieme, queste immagini sono molto significative".

Sulla differenza tra dirigente e giocatore: "Sono diversi i tempi, obiettivi e società. Da giocatore ho avuto la fortuna al mio terzo anno da pro di avere il presidente Berlusconi che ha fatto qualcosa di eccezionale nel mondo del calcio. Ripercorrere quella squadra non sarà facile per nessun club, allora festeggiavamo le Champions così. Ci deve essere un inizio per tutto, questo è l'inizio di un'avventura che proseguirà e ci porterà a competere ai massimi livelli. Siamo felicissimi ma dobbiamo essere ambiziosi. La differenza tra giocatore e dirigente è enorme, da giocatore hai tensione ma poi giochi. Da dirigente tieni tutto dentro e diventa difficile".

Sui momenti chiave della stagione: "Il momento chiave vero è stato quando il mister e io siamo stati confermati e si è deciso di andare avanti col gruppo che stava facendo così bene. Quello credo che sia stato il momento chiave, abbiamo avuto solo 3 settimane per migliorare la squadra, poi la qualificazione di Rio Ave è stato il momento più difficile con tanti giocatori fuori e lo spirito vero è venuto fuori. È stato un segnale".

Sulla Champions: "Andare in Champions ha ovviamente un risvolto economico, noi siamo molto legati alla parte sportiva. È una sfida ancora più alta rispetto al campionato, riserva sorprese sia positive che negative, ma quando si tratta di Milan quasi sempre positivo. Ibra nello spogliatoio ha chiesto chi avesse giocato la Champions, solo Hakan Calhanoglu ha alzato la mano".

Sul diventare bandiera: "Era difficile allora, ora è ancora più difficile. Riuscire a trovare un calciatore che ha qualità ambizione, trovare un ambiente che faccia sì che possa esaudire le sue richieste ambiziose è difficile. Il mercato estero e dei ragazzi, quando firmano il loro primo contratto, è talmente ampio che effettivamente sono storie belle ma sempre più difficili".

A quale gruppo che hai avuto somiglia questo di quest'anno? "È diffciile da dire. Ho fatto parte sempre di gruppi con giocatori esperti. Questo è il più giovane d'Italia, le similitudine saranno poche ma speriamo che siano simili nei risultati".

Su Donnarumma: "Credo che si debba ringraziare tutti i calciatori che hanno fatto questa stagione incredibile. Gigio è stato leader e spesso capitano. La gente fa fatica a capire cosa voglia dire fare il professionista, che deve essere pronto a cambiare casacca. È difficile da accettare, è sempre più difficile trovare carriere. Bisogna avere rispetto per chi ha dato tanto al Milan, non ci ha mai mancato di rispetto. Le strade si dividono, non posso che auguragli il meglio".

Sui tifosi: "Il Milan è stata la prima squadra che avuto manifestazioni dai propri tifosi durante la pandemia, ci hanno stupito e sorpreso. Prima di Bergamo sapevamo che sarebbero arrivati i tifosi, ci hanno fatto tornare a quelle che sono le partite con i tifosi. Senza di loro manca tanto allo stadio".

Come si scopre un talento? "Abbiamo un reparto scout molto capace con Moncada a capo. Scout e statistiche si abbinano a quelle che sono le necessità del club e i gusti di chi è a capo dell'area sportiva. CI sono tanti scambi di idee in base a come gioca la squadra e a quello che vuole il mister. C'è tanto lavoro dietro, essere infallibile è impossibile".

Un pensiero sul derby primavera e la finale di Coppa Italia Femminile: "Andrò a vedere la Primavera, vogliamo qualificarci per i play off e andare più avanti possibile. Hanno sofferto tantissimo di essere rimasti fermi per mesi e mesi, hanno perso abitudine a relazionarsi con gli altri. Le ragazze sono fantastiche quest'anno, ci hanno trascinato con la loro ambizione. Ci sarà il primo trofeo da vincere, andremo al Mapei a vedere la finale sperando di portare a casa il primo trofeo femminile".

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