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Milan, Kalac: ‘Gigio una forza della natura, il mio Milan era il top’ | News

Zeljko Kalac (credits: GETTY images)

Le ultime notizie sul Milan. Zeljko Kalac, durante un'intervista, ha parlato del Milan di oggi e dei suoi tempi, oltre che della sua vita

Enrico Ianuario

Le parole di Kalac sul Milan

Zeljko Kalac, ex portiere del Milan e campione d'Europa con i rossoneri nel 2007, ha parlato in esclusiva ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' . Tra i tanti temi toccati, spiccano le sue parole riguardo il 'suo' Milan e quello di oggi.

Se riprenderà a giocare: “Non scherziamo. Ho giochicchiato un po’ nella squadra in cui è cresciuto mio padre, ma solo perché mancava un portiere. All’inizio è andata bene. Ma il giorno dopo ho visto le stelle”.

Sul Milan di oggi: "Quest’anno bene, Pioli ha fatto un gran lavoro. Tifo per loro, devono tornare a essere quel Milan. Mi piacciono Leao e Calhanoglu, fortissimi. E poi c’è Donnarumma: un fenomeno. Ha carattere, grinta, sa stare in porta. Un portiere da Milan. È un mostro, può diventare il portiere più forte del mondo. E non ha ancora raggiunto il suo massimo. Fossi in Maldini non me lo lascerei sfuggire. Per certi versi mi ricorda Dida”.

Su Maldini e Dida: "Ho parlato qualche mese fa con Dida e mi ha confermato ciò che penso. Siamo rimasti amici. Un giorno mi piacerebbe tornare al Milan. Anzi, per caso Dida ha bisogno di un assistente per allenare i portieri? Sarebbe bello lavorare di nuovo insieme. Maldini, invece, sa come vincere e lo trasmette agli altri. Pretende perfezione. Una volta mi cazziò perché spazzai un pallone in fallo laterale. Me l’aveva passata bene, ma con l’uomo in arrivo decisi di buttarla in tribuna. Non l’avessi mai fatto. Il bello è che vincevamo 2-0…”.

Su Ibrahimovic: “Anche lui ha il culto della vittoria. Quando sei un fenomeno l’età non conta nulla, soprattutto al Milan. Vedi Seedorf o Costacurta. A ottobre farà 40 anni, e allora? Se gioca così è giusto tenerlo. Un campione”.

Sul 'suo' Milan: “Ogni cosa era al top. Respiravi vittoria ovunque andassi. Al bar, al ristorante, ovviamente in campo, anche quando i giardinieri tagliavano l’erba. Era così perfetto che perfino i camerieri mettevano pressione. Su di noi avrebbero dovuto fare una decina di serie tv, altroché. Ricordo quando dopo due partite senza vittorie il presidente Berlusconi veniva a Milanello col suo elicottero e riuniva la squadra in campo. ‘Ragazzi, cosa succede? Qui avete tutto. Non vi manca nulla per vincere le partite’. Una mentalità mai più ritrovata. Il ricordo più bello è senza dubbio la finale di Champions vinta col Liverpool. Il sogno di una vita. Io, un ragazzo australiano campione d’Europa. Nel 2005 avrei potuto scegliere la Roma o la Fiorentina, ma quando chiamò Galliani non ci pensai due volte. Il mio obiettivo era giocare nel Milan dei campioni. Eravamo uno spogliatoio divertente, ogni giorno ce n’era una. Pirlo, Oddo, Gattuso, Kaladze, Inzaghi. Passavano il tempo a stuzzicarsi. Pippo una volta le prese da Stam. Lo infastidì a tal punto che ‘Jappy’ lo buttò nella vasca dello spogliatoio. Quando Stam perdeva la testa era meglio scappare”.

Su Inzaghi e Pirlo: “Non potevo crederci, quest’anno la Juve è irriconoscibile, ma Pippo in testa ha sempre avuto il calcio. Un fissato. Lo vedevo già in panchina. Invece Andrea un po' meno. Un ragazzo calmissimo, quasi di ghiaccio, ma era un continuo di scherzi e prese in giro. Dove c’era il casino, c’era lui. In campo, però, non perdeva mai la testa. E forse è questo il suo bonus. Pirlo era come Ancelotti: la pressione non li sfiorava. Ricordo partite in cui a fine primo tempo eravamo 0-0, Carletto scendeva nello spogliatoio con il suo aplomb e diceva ciò che dovevamo fare. Vincevamo sempre”. Intanto il rinnovo di Donnarumma tarda ad arrivare: ecco il motivo.

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