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Milan-Genoa, Pioli: “Niente alibi. Rangnick? Ciò che dovrà succedere, succederà”

Stefano Pioli, tecnico rossonero, ha commentato ai microfoni di 'DAZN' la sfida Milan-Genoa, recupero della 26^ giornata di Serie A giocatosi a 'San Siro'

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Stefano Pioli, tecnico rossonero, ha commentato ai microfoni di 'DAZN' la sfida Milan-Genoa, recupero della 26^ giornata di Serie A giocatosi a 'San Siro'. Queste le dichiarazioni di Pioli:

"Sulle porte chiuse a ‘San Siro’: “Giocare senza pubblico non è calcio, ma valeva per noi e per loro. Noi giocando in casa avremmo avuto il sostegno dei tifosi. Avevamo una possibilità per dimostrare le nostre qualità, per fare bene. Non l’abbiamo vinta per demeriti nostri”.

"Sui problemi societari: “Tanto per cominciare non dobbiamo avere alibi né giustificazioni. Né per il fatto che abbiamo giocato a porte chiuse, né per le discussioni societarie. Avevamo lavorato bene. Non posso dire che la squadra non ha giocato, su 22 tiri abbiamo centrato però solo 3 volte la porta. Demeriti nostri, dovevamo essere più determinati e non ci siamo riusciti. Ci siamo trovati sotto di 2 gol perché abbiamo sbagliato. Caos societario, porte aperte, non sono giustificazioni: a Milanello avevamo lavorato bene”.

"Su cosa non ha funzionato: “Difficile dire che non abbia funzionato qualcosa quando arrivi 22 volte alla conclusone e hai passato tanto tempo nella metà campo avversaria. Ci è mancata determinazione, dovevamo fare di più e meglio. Potevamo sistemare in positivo la nostra classifica e dimostrare che in questo contesto così difficile e delicato potevamo farcela. Giocare in un San Siro così vuoto è surreale. Però purtroppo la prestazione, negli episodi che hanno determinato il match, non è stata all’altezza”.

"Su Ralf Rangnick: “Ho letto le parole di Zvonimir Boban. Io devo rimanere assolutamente concentrato sul mio lavoro. Non penso ora al mio futuro ed a cosa succederà. Fa parte del mio lavoro, della precarietà dell’allenatore. Siamo in un club prestigioso, devo pensare al lavoro, ad allenare, a farlo al meglio e permettere al Milan di finire il campionato nel miglior modo possibile. Poi quello che dovrà succedere, succederà”.

"Sulla possibilità di inserire un’altra punta vicina a Zlatan Ibrahimovic: “Credo che Ibra si sia abbassato tanto, troppo, ma è successo nel primo tempo. Rafael Leao doveva stare più vicino ad Ibra, ma non sempre ha tenuto la posizione giusta. Tante volte siamo stati costretti a giocare su Ibra, e ci volevano sponde e giocatori vicini. L’innesto di Leao andava in quella direzione, ma non sempre ci sono state posizioni e sponde adatte”.

"Sulla solidità difensiva del Diavolo: “Ci siamo allungati troppo sul primo gol. Senza determinazione ed attenzione, ciò ha determinato il risultato. Potevamo difendere meglio, ma i gol sono stati due episodi dove eravamo in parità numerica e ci siamo fatti portare via palla …”.

"Sulle distrazioni per i calciatori in questo momento: “Le responsabilità sono tutte nostre, giustificazioni ed alibi non esistono. Questa però era la terza partita che avremmo dovuto giocare, fino alla fine non si sapeva se l’avremmo giocata. Inevitabile che qualcosa nella testa dei calciatori possa passare … Noi siamo qui per lavorare e portare positività. Il Paese vive una situazione di emergenza, drammatica, qui in Lombardia viviamo una situazione difficile. Ci sono però persone più competenti di me che ci lavorano, non sono io che devo dare un’opinione”.

"Per le pagelle dei calciatori rossoneri stilate dalla redazione di 'PianetaMilan.it' al termine del match tra i rossoneri ed i rossoblu, continua a leggere >>>

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