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Milan, Galliani: “Shevchenko, Van Basten e Kakà: vi racconto qualche retroscena”

Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan (credits: GETTY Images)

Adriano Galliani ha parlato del grande Milan del passato ai microfoni di 'Sky Sport'. Sono intervenuti anche Alessandro Costacurta e Fabio Capello

Renato Panno

ULTIME NEWS MILAN - Adriano Galliani ha parlato del grande Milan del passato ai microfoni di 'Sky Sport'. Sono intervenuti anche Alessandro Costacurta e Fabio Capello. Ecco le loro dichiarazioni:

Galliani: "Costacurta era l'unico che entrava in sede, firmava in bianco il contratto. Mi diceva che capivo di calcio, mi salutava e mi lasciava in un grande imbarazzo. Billy era al livello di Baresi, Maldini e Tassotti".

Costacurta: "Confermo tutto, ero nella mia città, nella squadra più forte del mondo e qualsiasi cifra mettesse mi sarebbe andata bene. Non avevo bisogno di discutere di soldi per rimanere al Milan".

Di Marzio sulle canzoni preferite da Galliani: 'Amici mai' e 'Se mi lasci non vale'. La prima ha contraddistinto i tanti ritorni al Milan con la frase 'Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano'. La seconda servì soprattutto a Gennaro Gattuso, che voleva lasciare il Milan dopo la finale di Istanbul. Una canzone che ha fatto effetto, perché Gattuso è rimasto e ha vinto poi la Champions League ad Atene due anni dopo".

Un aneddoto di Galliani datato Agosto 2003: "Eravamo in albergo a festeggiare la Supercoppa Europea a Montecarlo, c'era Laura Pausini e ci siamo uniti io e Billy per cantare. Gli ho mandato il video pochi giorni fa e mi ha detto: "Eravamo così forti e invincibili che ci sentivamo anche cantanti".

Sulla cessione del Milan: "Adesso piango, perché esattamente tre anni fa abbiamo venduto il Milan".

Costacurta: "Sono stato male quando hanno venduto il Milan, le persone che c'erano prima avevano messo testa e cuore, questo è stato il segreto. Immaginavo ci sarebbero stati problemi in seguito".

Galliani sull'acquisto migliore: "Difficile dirlo perché abbiamo avuto 8 Palloni d'Oro. Siamo arrivati in una squadra con problemi economici ma con un'ossatura importante. Tutta la difesa era già pronta. Poi arrivarono Marco Van Basten, Ruud Gulllit. Penso anche ad altri acquisti incredibili come Ricardo Kakà e Andriy Shevchenko. L'ucraino straordinario, giocatori immensi, stessa cosa Ronaldinho, Weah, Donadoni, Savicevic, Boban, Desailly, potrei citare tutte le formazioni del Milan".

Costacurta ribadisce: "Io andrei su Van Basten, Sheva e Kakà. Sono stati giocatori straordinari e persone che aiutavano lo spogliatoio. Avevamo otto palloni d'oro ma che lo hanno vinto 14 volte. Ma penso che quei tre siano stati i migliori".

Di Marzio sull'acquisto milanista più bello mai raccontato: "L'acquisto è stato il ritorno di Kakà, Galliani mi ha sempre detto la verità. Kakà a mezzanotte non aveva deciso se tornava o meno. Io mi ricordo che alle 2 e mezza di notte mi confermò e mi ha detto "L'uomo Del Monte ha detto si".

Galliani su Kakà: "L'altra volta ho visto tutti i gol di Kakà, i avevo visto 100 volte ma sono come i bambini, mi emoziono sempre. Ho visto anche le finali di Champions League".

Costacurta continua sul brasiliano: "Un amore folle per Kakà. Le due cose che mi hanno segnato di più sono la sua cessione e l'infortunio di Van Basten".

Galliani sul rimpianto più grande: "Un giocatore che sarebbe dovuto arrivare e non arrivato c'è stato e come, Carlitos Tevez. L'altro giocatore che avevo concluso è Roberto Baggio, cinque anni prima di quando sarebbe arrivato".

Galliani sul corteggiamento a  Totti e Del Piero: "Assolutamente si, c'è stato qualcosa. Del Piero prima della Juventus. Piero Gradi, amministratore delegato del Padova, ci chiese 5 miliardi, bastava dire sì ed era nostro. Totti lo abbiamo corteggiato, voleva rimanere a Roma e non siamo stati vicini al suo acquisto. Ci abbiamo provato anche per Cristiano Ronaldo: lo Sporting Lisbona chiese 16-17 miliardi, Braida spingeva, io ero preoccupato perché era una cifra mostruosa per un giocatore che era poco più che un bambino, quindi non se ne fece nulla".

Costacurta su Ibrahimovic: "Io e Maldini parlammo con Galliani e Braida di un Ibra 19enne".

Subito Galliani interrompe Billy: "Era fortissimo e faceva pochi gol, allora non sapeva calciare in porta. Ibra migliorò grazie a Capello e Italo Galbiati. Lui era bravissimo ma sbagliava sempre gol sotto porta. Poi venne alla Juve e migliorò. Di Ibra mi dispiace che era fatta nell'estate del 2006, quella di Calciopoli, troviamo l'accordo con lui, ma poi anche il Milan viene coinvolto e quindi finisce all'Inter".

Retroscena su Kakà e Ibra al Monza: "Io ho provato portare al Monza Kakà l'anno scorso, lui non è voluto venire per motivi familiari ma ci ho provato. Con Ibrahimovic non si sa vista la vicenda coronavirus, non è più un pensiero".

Galliani sulla lite con Ibrahimovic nel 2012: "Ibra non mi ha parlato per un anno, poi ha capito. L'ultimo giorno del campionato con Raiola abbiamo stappato una bottiglia di Don Perignon promettendogli che sarebbe rimasto. Ma poi per bilancio abbiamo dovuto cedere con lui anche Thiago Silva. Quell'anno è anche quello dell'addio sei tanti senatori".

Sulla ripresa dei campionati: "Mi auguro che i campionati possano ricominciare e finire. L'annullamento del campionato non è mai successo e non so come si potrebbe reagire. Abbiamo disputato più del 70% delle partite. Spero che non ci sia da decidere sul Monza perché abbiamo 16 punti di vantaggio sulla seconda".

Galliani su Capello: "Fabio Capello è eclettico.Viene da noi, fa il manager, commentatore televisivo, ritorna da noi, vince 4 scudetti, fa tre finali di Champions. Abbiamo avuto tanti e bravi allenatori, ma la grande storia del Milan l'ha fatta Sacchi, Capello e Ancelotti".

Capello sulla dirigenza del Milan: "Un mix perfetto. C'erano le ambizioni e la fantasia di Berlusconi, la metodicità di Galliani, e alla bravura di capire i giocatori di Ariedo Braida".

Costacurta: "Ringrazio Galliani e Capello per la fiducia. Capello l'ho avuto quando ho perso mio padre, io lo devo ringraziare come uomo, è la persona che mi è stata più vicina e mi ha aiutato a superare questo momento terribile".

Galliani: "Il giocatore meno celebrato che ha reso di più è stato Angelo Colombo. Un giocatore quasi sconosciuto, che ha giocato sempre titolare nel Milan delle stelle di Sacchi".

Capello: "Non mi ricordo giocatori che non fossero all'altezza al Milan. In una squadra che funzionava diventarono tutti bravi. Marco Simone è stato un giocatore che quando entrava era sempre determinante, ma quando c'erano i titolare doveva stare in panchina".

Di Marzio sui giorni del Condor: "Mi ricordo una volta prese Nocerino proprio alla fine, che poi fece benissimo. Galliani si esaltava in quei momenti e abbiamo nostalgia di questi dirigenti che inventavano le operazioni".

Galliani: "Erano frutto del raziocinio e del mio pensiero. Ho iniziato a fare mercato nel 1975 al Monza e ho capito una cosa: i prezzi dei calciatori sono altissimi all'inizio e scendono alla fine del mercato. Era aziendalmente utile fare questo, cercavo di vendere all'inizio e comprare alla fine".

Su un consiglio su Van Basten allenatore del Milan: "Trovo inelegante quando si va via spiegare agli altri cosa devono fare. Romanticamente sono rimasto legato a tutti, ma io penso che sia la proprietà a decidere con la proprio testa su Van Basten allenatore".

Capello su Van Basten: "Grande giocatore ma ci vuole la voglia per fare l'allenatore. Penso che ora Marco non ne abbia voglia"

Galliani su Brocchi: "Ha fatto benissimo da calciatore nonostante la squadra stellare, lui quando entrava giocava sempre bene. Da allenatore sta facendo altrettanto bene, anche al Milan ha fatto bene. Noi vogliamo arrivare in Serie A con lui"

Capello sulla dirigenza: "Ci siamo sempre trovati bene sia con Galliani che con Braida. Si analizzava tutto molto bene, abbiamo fatto sempre grandi acquisti. Quando sono tornato dal Real Madrid mi sono trovato una squadra che non mi soddisfaceva"

Galliani: "Il ritorno, come quello di Arrigo, non è stato fortunatissimo, ma succede. Sono così tante le vittorie che le sconfitte non me le ricordo più".

Galliani sull' addio Sheva: "Ci sentiamo spesso con lui. Sheva non è stato venduto dal Milan, lui è voluto andare a Londra, è stata una decisione sua. Sheva è andato ad Arcore, Berlusconi ha cercato di convincerlo, io ho fatto la stessa cosa. Ibra e Thiago li abbiamo venduti noi, lui è voluto andare via".

Sugli allenatori vicini: "Sarri a un passo dal Milan, Guardiola non è stato mai vicino. Lo chiamai, ci provai ma non è mai stato vicino"

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