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Milan, Furio Fedele: “Manca Maldini. Lehmann mi prese per un dirigente. Van Basten …”

Paolo Maldini AC Milan
Il giornalista Furio Fedele ha rilasciato una lunga ed interessante intervista raccontando una serie di aneddoti sul Milan del passato
Fabio Barera Redattore 

Il giornalista Furio Fedele ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'La Provincia di Como', raccontando una serie di aneddoti sul Milan, seguito per tanti anni nel corso della sua carriera. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.

Milan, Furio Fedele: "Prima ero interista. Poi un compagno di classe ..."

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Se è sempre stato milanista: "No, ero interista. Erano gli Anni Sessanta, c’era sempre l’Inter in tv che giocava le Coppe europee. E poi c’era Helenio Herrera che abitava in via Recchi. Sai com’è... Poi c’era un mio compagno di scuola, figlio di ferrovieri, che mi permetteva di andare a vedere i treni. Un giorno mi fa: in classe ci sono troppi interisti, se diventi milanista ti porto ancora in stazione, sennò no. E io cambiai. Avevo 6 anni".


Sulla scelta di diventare giornalista: "Avevo una bella parlantina, a un certo punto mi misi in testa di fare il telecronista e telefonai a Nando Martellini, la voce della Rai per le partite della Nazionale. Avrò avuto 14 anni. «Ripassa», mi disse gentile. Ma ormai avevo l’idea in testa. Riuscii a entrare come tuttofare a La Provincia: le brevi, archiviazione delle foto, correttore di bozze, qualche torneo serale di calcio da raccontare. Era il 1975. Mi ricordo benissimo che il primo giorno di lavoro fu quello in cui Beltrami vendette Tardelli alla Juventus, per un miliardo. Poi, un giorno, diventai grande di colpo".

Milan, Furio Fedele: "Ricordo ancora l'arrivo di Berlusconi ..."

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Sugli inizi: "Seguivo il Como di Pippo Marchioro, Nicoletti e Cavagnetto. Ma se devo dire una persona che mi colpì in quegli anni, dico il povero portiere Giuliano Giuliani, perché non l’ho mai visto sorridere una volta. Poi andai ad Avvenire, a MilanInter, a La Notte e infine al Corriere dello Sport, nel 1989".

Su quando seguiva il Milan: "Beh, avevo cominciato per MilanInter (una rivista che parlava per metà di Inter e per metà di Milan) nel 1985. Prima volta a Milanello: la prima di 1600 volte, più o meno. E 2200 partite. Ricordo l’arrivo di Berlusconi, nel marzo del 1986. Di cui ho raccontato tutta l’epopea dal vivo. In casa e fuori".

"Con Maldini e Costacurta diventammo amici"

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Su quando si poteva parlare con giocatori e dirigenti: "Tutto diverso. Pensa che una volta il portiere Lehmann era convinto che io e Visnadi di Tuttosport fossimo due dirigenti della società. Viaggiavamo anche nell’aereo della squadra e il portiere tedesco, in una trasferta europea, mi chiese se poteva uscire un attimo dall’albergo... (ride, ndr). Con Maldini e Costacurta siamo diventati amici. Quando mi sposai, addirittura Berlusconi mi volle fare un regalo di nozze".

Sulle nozze spostate di data per colpa del Milan: "Beh, mia moglie aveva scelto la data del 25 maggio 1998, esattamente la ricorrenza tonda di Verona-Milan 5-3 del 1973. Eh no, eh... Impossibile. E cambiammo la data. Ci sposammo il 29".

"Milan-Barcellona 4-0 la partita più bella"

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Su Milanello: "A Milanello, quando ci buttavano fuori ( a me è capitato più volte, del resto scrivevo per un giornale che difendeva gli interessi delle squadre del centro sud), i giovani colleghi mandavano avanti me al cancello, perché poi vedendomi i dirigenti si impietosivano e ci facevano rientrare. Oggi è un altro mondo per colpa dei telefonini e delle informazioni in tempo reale. Io, una volta, la sera facevo il giro dei ristoranti milanesi, li giravo in moto, per cercare giocatori a cena e portare a casa qualcosa. I miei informatori erano i venditori di rose. Con una moneta da 500 lire compravo le informazioni. Ma adesso arriva tutto in tempo reale. Vale più il commento che la notizia.

Sulla partita più bella e quella più brutta: "La più bella Milan-Barcellona 4-0 ad Atene, la più brutta la finale di Champions di Istanbul, quella da 3-0 a 3-3 poi persa ai rigori col Liverpool. All’intervallo stavo già attaccando il pezzo di gloria. Per fortuna non lo feci. Avrei dovuto riscrivere tutto".

Furio Fedele: "Andai ad Amsterdam a cercare Gullit"

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Su uno scoop: "Una volta, nei pellegrinaggi in macchina Milano-St. Moritz per andare a vedere come stava Van Basten, mi trovai lui da solo fuori da casa che doveva andare all’aeroporto. Gli diedi un passaggio e mi raccontò in quel viaggio cose inedite tra cui la visita di Agnelli a casa sua. Titolone. Un’altra volta Cesare Lanza de la Notte mi mandò a cercare Gullit che, infortunato, era sparito da Milano. Andai ad Amsterdam alla cieca. Mi feci portare dal nostro corrispondente a una palestra che frequentava, fuori c’erano due cani giganti un alano e un mastino napoletano. Avevo una possibilità su mille che Ruud fosse lì davvero, e invece arrivò. Lo cercavano tutti, io feci servizio e foto".

Su Milan-Como: "Il Milan non è in un momento buono. Anzi, il Como potrebbe trarre vantaggio dal clima di San Siro, perché nonostante la vittoria di Lecce, credo che tirerà ancora aria di contestazione. Passi per la curva, ma addirittura adesso sono i settori di rettilineo i più duri. Ho visto nonni con a mano i nipoti andare a contestare a muso duri dei dirigenti".

Su cosa manca al Milan: "Maldini. Mah, certe cose sono capitate altre volte. Berlusconi fece fuori Rivera, Pellegrini fece fuori Mazzola. I personaggi che rischiamo di fare ombra alla presidenza ci sono sempre stati. Però Maldini era davvero importante". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, Liverpool pronto all’assalto per Leao: partirà se …