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Milan, Donadoni: “A Leao non si può rinunciare, ma pecca di concretezza”

Roberto Donadoni
Roberto Donadoni, ex calciatore rossonero, ha parlato del Milan, della lotta scudetto in Serie A, ma anche del suo futuro

Renato Panno

Roberto Donadoni, ex calciatore rossonero, ha parlato del Milan, della lotta scudetto in Serie A, ma anche del suo futuro. Queste le dichiarazioni nella sua intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.

Cosa ha notato in questa Serie A?  "Una cosa mi ha colpito: l’impressione che la differenza tra le squadre top e le altre sia aumentata. Vedo 6-7 squadre che se la giocheranno per la retrocessione. Quasi un torneo a parte".

Subito la domanda indiscreta. Si parla di Donadoni al Monza. Non è che Galliani l’ha chiamata per ricordare i bei tempi...? "Ho letto anche io ma siamo solo alla seconda giornata...".

Quanta voglia di tornare? “Tanta”.

Che cosa cerca? "Serietà, voglia, competenza, stimoli".

E allora, parliamo di Milan e di A. Diretto: chi la vince? "Milan e Inter sono le mie favorite. Le altre a ruota. Il Napoli è partito molto bene, la Roma è da valutare ancora, la Juve ha fuori pezzi importanti".

Si è discusso un po’ sul significato di Atalanta-Milan. Grande prova o pareggio deludente? "Avversari come l’Atalanta marcano pregi e difetti. Se riesci a importi lì, e il Milan lo ha fatto per buona parte della partita, è un segnale importante".

Visto De Ketelaere? "Visto. Necessita di un po’ di tempo, come chi arriva da contesti diversi, ma mi pare uno di quei giocatori votati alla squadra per cultura e mentalità".

Il sorteggio ha detto Chelsea, che ha fatto almeno un pensiero a Leao. Da tenere oppure da vendere, a prezzi da record? "Leao ha un grande potenziale e a me pare pecchi di concretezza, non è così determinato come dovrebbe e potrebbe. Per un allenatore, però, è uno dei giocatori a cui una squadra non dovrebbe mai rinunciare".

Capitolo Bologna. Come le sembra la squadra? "Arnautovic è un 9 di peso, di personalità e con lui si sta bene. Chiaro però che il pubblico si aspetta un salto di qualità. Siamo tutti in trepidante attesa di vedere il Bologna con costanza nella metà sinistra della classifica".

E non è accaduto perché la proprietà ha investito poco? "Mi pare che tanti uomini importanti, da Tomiyasu a Hickey, siano andati. Dipende da quello che un club ha in mente...".

Nella vecchia schedina, 1? "Se il Milan vuole correre, deve vincere. Ma occhio al Bologna negli spazi, può fare male".

Al Donadoni ex c.t.. Più sorprendente vincere l’Europeo o non qualificarsi al Mondiale? "Non siamo stati fortunatissimi verso il Qatar e più fortunati del lecito all’Europeo. Nel calcio, va così. Ora bisogna rimboccarsi le maniche con voglia di fare: se si vuole migliorare, non si può fare sempre le stesse cose".

Cambiare che cosa? "Bisogna essere dentro la federazione per capire i meccanismi, dall’esterno è tutto più semplice e comodo. Quando allenavo io, la Figc era stata commissariata, adesso i problemi sono diversi".

La sua eliminazione con la Spagna portò tante critiche. A 14 anni di distanza, si può dire che furono giudizi ingenerosi? "Il passato mi ha insegnato tante cose e fatto capire tanto sull’ambiente del calcio, sulle persone che frequenti. Diciamo che mi interessano relativamente le valutazioni degli altri, soprattutto di chi ha competenza limitata". Centrocampo, dall'Arsenal il colpo last-minute? Le ultime news di mercato sul Milan

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