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Milan, Braida rimpiange Maldini: “Che errore”. Poi punge Ibrahimovic e i big rossoneri

AC Milan Braida
Ariedo Braida, ex dirigente del Milan, ha parlato della decisione di mandare via Paolo Maldini dalla dirigenza rossonera. Ecco il pensiero
Emiliano Guadagnoli Redattore 

"Il suo licenziamento è stato un grave errore da parte della dirigenza". Così Ariedo Braida, ex dirigente del Milan, ha parlato della decisione di mandare via Paolo Maldini dalla dirigenza rossonera. Ecco il pensiero di Braida al sito 'SoFoot': "Paolo Maldini è una leggenda, ha lavorato benissimo e ha rappresentato al meglio l'istituzione milanese. Era il punto di riferimento del club e dei giocatori, molti dei quali erano rattristati dalla sua partenza. Paolo Maldini, come suo padre, ha fatto la storia del club. A Milano non si scherza su questa eredità. Licenziarlo, soprattutto in questo modo, non è scusabile. L'assenza di Maldini nella dirigenza spiega la situazione attuale del club. Senza un punto di riferimento, come lo sono stati Berlusconi, Galliani e recentemente Maldini, è impossibile avere ambizione e quindi risultati".

Milan, Braida attacca: "Che errore licenziare Maldini. Non è scusabile"

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Braida attacca anche Ibrahimovic: "Non è un punto di riferimento, un uomo forte. Ibrahimovic non ha ancora le capacità e l'esperienza per essere quest'uomo forte, capace di guidare il club, è solo un comunicatore. Non direi che questa dirigenza sia incompetente, ma è certo che ha commesso molti errori che hanno fatto sprofondare il club in questa situazione. Tornando al calciomercato e alla scelta dei giocatori, quando ero direttore sportivo del club, la prima domanda che mi sono posto è stata la seguente: quale giocatore è in grado di giocare nel Milan e a San Siro? Ci sono molti giocatori di talento, ma il talento non è tutto. A Milano per avere successo ci vuole carattere. Quando si trattava di scegliere i giocatori, Capello si fidava sempre di me, perché sapeva che gli portavo giocatori di alto livello, ma con carattere".


Braida va giù duro che con Theo Hernandez, Leao e Maignan: "Non sono leader! Giocatori talentuosi, certo, ma non leader capaci di unire la squadra e far ripartire la macchina. Basta guardare l'atteggiamento di Theo Hernandez nelle ultime partite, soprattutto contro il Feyenoord. Mancano loro la coerenza e la personalità necessarie per essere leader. Nessun giocatore attuale del Milan soddisfa questi requisiti". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, le tre mosse di Tare: pronto il super colpo a centrocampo>>>