Sul rendimento di Theo Hernández e Rafael Leão cresciuto: «Che siano due dei giocatori di maggior qualità non ci sono dubbi. Leão in particolare deve trovare la continuità che gli è spesso mancata. Ha fatto passi in avanti, ma deve confermarsi».
Se lui farebbe turnover domani in Milan-Bologna di Serie A se fosse al posto di Conceição: «Non mi permetto di dare consigli. A proposito di Conceição però molti sottovalutano quanto sia difficile prendere una formazione in corsa: soprattutto se fai le coppe europee, non hai il tempo per conoscere il gruppo e per lavorare. Così trasmettere la tua idea di gioco è complicato. Valutare il suo lavoro guardando la classifica di Serie A è riduttivo».
Su come giudicherebbe la stagione del Milan in caso di vittoria della Coppa Italia: «Faccio un discorso che va oltre l’esito della finale. Questa è stata un’annata che ha portato con sé problemi e difetti. Penso che i dirigenti se ne siano resi conto e faranno tesoro di ciò che è successo. In futuro gestiranno diversamente certe situazioni».
Sul Bologna che si è confermato nonostante le partenze di Thiago Motta in panchina, poi Riccardo Calafiori, Alexis Saelemaekers e Joshua Zirkzee in campo: «I risultati sono frutto del lavoro che Joey Saputo, Giovanni Sartori, Claudio Fenucci e i dirigenti hanno impostato da tempo. Nelle ultime due stagioni è però innegabile che i passi in avanti siano stati enormi. In particolare dopo l’addio di Motta, Vincenzo Italiano ha dato la sua impronta di gioco ed è stato davvero bravo».
"I rossoblu punteranno sul gioco, i rossoneri sulle individualità"
—Sul Bologna che gioca un calcio migliore rispetto al Milan: «Sì, ma Italiano, che anche alla Fiorentina attuava un gioco propositivo fatto di pressing per togliere tempo e spazi agli avversari, lavora da questa estate. Conceição no. Di questo bisogna tener conto».
Sul gioco che pende dalla parte rossoblu e le individualità dalla parte rossonera: «Vero. Il Bologna proverà a fare la differenza con la sua filosofia di gioco; il Milan con i suoi singoli».
Su chi può essere decisivo nella finale: «Nel Milan dico Christian Pulisic e Tijjani Reijnders. Nel Bologna sarebbe importante il pieno recupero di Dan Ndoye che è cresciuto molto. E poi c’è Riccardo Orsolini, che ho allenato proprio a Bologna: sta facendo una stagione super e si è reso appetibile per la Nazionale».
Sulla crescita di Orsolini: «Sarei stato stupito del contrario perché “Orso” ha qualità importanti. È intelligente e ha lavorato tanto, ma può migliorare ancora».
Su chi sarà favorito a Roma tra Milan e Bologna: «Non c’è una favorita. Il Milan ha più tradizione ed è abituato a giocare le finali, cosa che al Bologna non accade da tempo. La voglia di alzare quella coppa nello spogliatoio rossoblù però sarà tanta».
Su chi avrà più pressione: «Il Bologna può conquistare la qualificazione alle prossime coppe europee attraverso il campionato, il Milan solo grazie alla vittoria della Coppa Italia. E per i rossoneri stare un anno fuori dall’Europa sarebbe un peccato enorme». LEGGI ANCHE: Rinnovo Maignan, manca la firma con il Milan. Monitorati quattro portieri >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/54ebeeae841b9517bec5188f8a967a43.jpg)