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Antonelli: “Tornare al Milan è stato il coronamento di un sogno”

Ex Milan - Antonelli lascia il calcio: 'Arrivato il momento di salutarci' | News (getty images)
Luca Antonelli, ex giocatore del Milan, ha parlato della propria carriera nel corso di una lunga intervista

Fabio Barera

Ha da poco annunciato il ritiro dal calcio giocato Luca Antonelli, ex giocatore del Milan, che ha vestito la maglia rossonera a più riprese nel corso della sua carriera. In un lungo intervento sul canale YouTube di Carlo Pellegatti, il terzino italiano ha parlato di tanti aspetti della suo percorso. Di seguito le sue parole.

Milan, le parole di Luca Antonelli

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Sulle parentesi al Milan: "Già prima di esordire al Milan ho fatto tre anni in curva a vedere tutte le partite e poi ho avuto la fortuna di debuttare a Udine, ormai 16 anni fa. Essere tornato al Milan è il coronamento di un sogno. Ricordo il gol di Thomasson in Milan-Ajax e quel derby con l'Inter in cui eravamo sotto 0-2 e poi abbiamo fatto 3-2. Era bello andare allo stadio sapendo di vincere".

"All'inizio, quando avevo 18 anni, solo far l'allenamento con il Milan era unico, anche perché mi allenavo con grandi campioni. Quando sono tornato nel 2015 ero già uomo, avevo tante partite in Serie A, ma è stato comunque bellissimo. L'unica squadra che poteva farmi andare via dal Genoa, dove stavo benissimo, era il Milan. Preziosi ha rifiutato tante offerte".

"Tornare nella squadra per cui fai il tifo è stato per me bellissimo. Quando ero nel settore giovanile ammiravo Maldini e Nesta, con il quale ho parlato a Miami, siccome lui vive lì. Ogni volta che ci parlo faccio fatica, per me è stato uno dei migliori al mondo. Anche se era a fine carriera mi piaceva tanto Alex, che era un punto di riferimento".

Sul futuro da allenatore e i suoi modelli: "A luglio incomincio i corsi a Coverciano e mi piacerebbe allenare, anche se so che non è facile. Prenderei tanto di Gasperini, per me è un allenatore fantastico. Ti fa correre tantissimo, ti sfinisce durante la settimana, ma poi in partita voli. Noi al Genoa avevamo vinto con Inter, Milan e Juve, eravamo normali ma ce la giocavamo con tutti".

"Ho avuto Conte in nazionale, lui è un sergente e anche lui ti porta al limite. Ho avuto la fortuna di essere allenato da Mihajlovic, che come uomo è il numero uno che ho avuto. Lui se ti deve menare ti mena, se ti dice una cosa la fa"

Sui ricordi più belli con il Milan: "Con la Juventus c'è stato il debutto che ho sognato, speravo in un risultato diverso, ma quando segni allo Juventus Stadium è qualcosa di unico. Ringrazierò sempre Inzaghi per avermi riportato al Milan".

"La vittoria di Doha era meritata, aveva fatto un gran gol Bonaventura. Vincere ai rigori, contro la Juventus, lontano dell'Italia, mi ha riportato indietro alla notte di Manchester. Fare il capitano al Milan è stato una grande emozione".

Sul Milan di Stefano Pioli: "Quando il Milan ha vinto matematicamente il campionato ero in aereo, tornavo da una trasferta e ho visto che eravamo 0-3. Poi sono andato a festeggiare con alcuni amici. Il calcio americano è molto più fisico e poi gli spostamenti per le partite sono molto lunghi".

"Adesso chiederò a Calabria se può domandare a Pioli se posso andare a vedere qualche allenamento perché è un punto di riferimento da tutti, avendo vinto lo scudetto non da favorito. Il Milan ha Theo Hernandez che è il più forte terzino al mondo, mentre con Bennacer ho giocato a Empoli: si vedeva che era forte, ma non pensavo così forte. Tonali il primo anno ha fatto fatica, ma poi è cresciuto".

"Non è facile venire da un campionato diverso e con la pressione di essere stato pagato tanto. Non è facile per De Ketelaere giocare di fronte a tutto San Siro, ma si riprenderà. Maldini non ne ha sbagliato uno finora e anche il belga diventerà un campione. Tanti lo paragonano a Kakà, ma mi sembra un paragone azzardato".

"Non mi sarebbe piaciuto avere di fronte Leao, è uno che quando decide di partire è come se giocasse con i bambini. Il problema è che non lo fa per 90 minuti e non lo fa per tutte le partite. Ibrahimovic ha 41 anni, magari non corre, ma quando è in campo fa gol, mi piacerebbe averne uno in squadra che non si muove ma segna".

Sulle sue prospettive future: "Mi piacerebbe allenare subito i grandi come idea, ma passerà un po' di tempo, so che è difficile. Vorrei andare in Inghilterra per seguire gli allenamenti di Guardiola, Conte, De Zerbi, Arteta e poi tornare in Italia per vedere quelli di Gasperini, Pioli, Dionisi". De Ketelaere, Leao e Pioli: le rivelazioni di Ambrosini >>>

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