Christian Abbiati, ex portiere e anche ex team manager del Milan, ha parlato dei rossoneri e del nuovo allenatore Massimiliano Allegri in un'intervista in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiazioni.


INTERVISTE
Milan, Abbiati: “Allegri grande tecnico e gestore. Dovrà tirarsi su le maniche”
Ex Milan, Abbiati alla 'rosea' su Allegri e non soltanto
—Su quando è nato lo Scudetto 2011 del Milan: «Dopo il Triplete dell’Inter la voglia di rivincita per noi e per il popolo rossonero era grande. Gli stimoli sono stati importanti, ma fondamentale è stato soprattutto l’arrivo negli ultimi giorni di mercato di Zlatan Ibrahimović, che ha portato un entusiasmo incredibile in tutto l’ambiente».
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Sulla partita di quel campionato, 2010-2011, che ricorda con più affetto: «Il derby di ritorno che vincemmo 3-0 interrompendo la rimonta in classifica dell’Inter, ma a livello personale sono affezionato anche alla vittoria per 1-0 a Brescia grazie al gol di Robinho: fu importantissima».
Sull'Allegri di 15 anni fa, meno vincente di ora: «Ma era bravo anche allora. Era ed è uno che ... non te le mandava a dire, un tecnico molto diretto che si è dimostrato straordinario nel guidare il gruppo».
Abbiati sui meriti di Allegri nello Scudetto 2011 del Milan: «È una persona simpatica, che sta allo scherzo e, quando non si lavora, ride. Entrare in uno spogliatoio con campioni che avevano vinto tantissimo non era semplice, ma da una parte è stato aiutato dai leader, dall’altra lui è stato intelligente a porsi nel modo giusto. Ha gestito bene le forze a sua disposizione e le situazioni non facili: quando l’Inter stava cercando di rimontare, Max non ha mai perso la calma e la squadra ha trovato la forza per restare davanti fino alla fine».
"Corto muso? Quando hai grandi campioni e non subisci gol, alla fine segni"
—Sulla scelta del Milan di riprendere Allegri: «Se approvo? Certo. Io sono un suo sostenitore: è un grande tecnico e un grande gestore».
Su Allegri che ama vincere di ... 'corto muso': «Quando hai grandi campioni e non subisci gol, alla fine segni. Questo non vuol dire che è un difensivista e che pensa solo a non prenderle, ma i campionati in Italia li vincono le formazioni che hanno la miglior difesa».
Su Allegri uomo giusto al posto giusto: «Sì perché conosce l’ambiente, i tifosi, il Milan e la sua storia. È uno degli allenatori italiani che ha conquistato più scudetti e un vincente che con la Juventus ha sfiorato due volte la Champions League perdendo solo in finale. Ha esperienza da vendere e non mi viene in mente nessuno più adatto di lui per ricostruire».
Sul lavoro che attenderà Allegri al Milan: «Dovrà tirarsi su le maniche. Una base c’è, ma il lavoro è molto perché i tifosi non sono contenti dopo l’ultima stagione finita fuori dalle coppe. Il Milan merita di stare sempre nelle prime quattro posizioni».
Sul Milan condannato ad un anno senza Europa: «Purtroppo è così. Bisogna lavorare perché non succeda più. Il Milan per la sua storia e la sua tradizione deve sempre partecipare alla Champions».
"Ora dovrà rimotivare lo zoccolo duro. Sul rapporto con Ibra ..."
—Su cosa sarà fondamentale per ricostruire una squadra vincente: «Rimotivare lo zoccolo duro: l’Inter e il Napoli ce l’hanno e anche il Milan deve ritrovarlo. I calciatori che inizieranno la stagione dovranno capire subito la mentalità di Allegri. Se lo seguiranno e la società si muoverà per rinforzare la rosa, non ho dubbi che la cose andranno diversamente rispetto agli ultimi mesi. Igli Tare sotto questo aspetto può essere un innesto molto importante perché è un uomo di calcio e conosce bene sia il mercato sia lo spogliatoio».
Sulle sfuriate per cui Allegri è diventato famoso: «Se le faceva anche con noi? Certo. Diceva le cose in faccia a tutti, anche ai big, ma poi non portava rancore. Quando parlava, lo faceva per il bene della squadra».
Sui rapporti tra Allegri e Ibrahimović: «È normale che ci siano confronti tra i giocatori e gli allenatori. Succede quando si ha lo stesso obiettivo: vincere. Se in passato si sono scontrati un motivo c’era, ma l’importante è non portare rancore. Non penso che ci saranno problemi per la loro coesistenza al Milan».
Sul suo ritorno allo stadio per vedere il Milan di Allegri: «Quest’anno non sono mai venuto ... La prima cosa che mi ha detto Marco Landucci è “Ti aspetto a Milanello”. Ci andrò volentieri perché stimo molto lo staff di Allegri, composto da professionisti e uomini eccezionali. In particolare sono amico di Landucci: pensate che quando giocavo avevo i suoi guanti... Spero di veder spesso vincere il Milan: quello che è successo nell’ultima stagione va dimenticato in fretta e con Max credo sia possibile farlo».
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