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PIANETAMILAN news milan interviste Matri: “Rispetto al Milan vedo meglio la Juventus. I rossoneri hanno perso tanto”

INTERVISTE

Matri: “Rispetto al Milan vedo meglio la Juventus. I rossoneri hanno perso tanto”

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Alessandro Matri, ex attaccante sia del Milan che della Juventus, è tornato a parlare del calcio che conta.
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Alessandro Matri, ex attaccante sia del Milan che della Juventus, è tornato a parlare del calcio che conta. Intervistato dai microfoni di Tuttosport, l'ex bomber ha parlato delle sue due ex squadre. Ecco, di seguito, le sue parole:

Matri stronca il Milan e promuove la Juve: "Hanno perso troppo, i bianconeri possono provare a vincere"

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Sulle rivali (Milan incluso) e sugli obiettivi della Juventus: «Rispetto all’anno scorso la Juve si è rinforzata, non c’è dubbio. L’obiettivo principale è la qualificazione in Champions League, ma può anche provare a vincere. Si devono incastrare tante cose. Ma la Juventus deve sempre pensare con quella testa. Il Napoli l’anno scorso veniva da un decimo posto, per cui era ancora più indietro rispetto ai bianconeri oggi. La Juve di quest’anno e il Napoli dello scorso campionato sono due rose che come valori si somigliano. Con un grande generale in panchina e gli incastri giusti, anche a livello di condizione fisica, si può persino vincere come ha fatto Conte nella scorsa stagione. Rispetto al Milan vedo meglio la Juve, per esempio: non è facile per i rossoneri sostituire Theo Hernandez e Reijnders. Sì, hanno portato in Italia un fenomeno a centrocampo come Modric. Hanno tenuto Leao e Pulisic, ma dietro ha perso tanto».


Se si aspettava la Juventus a punteggio pieno: «La Juventus è partita bene. Sono contento per Tudor, a cui è stata data una grande possibilità con la conferma: l’ha conquistata sul campo e adesso ha avuto tempo per lavorare, perché quando entri in corsa il tempo è poco e devi incidere subito. Tra il Mondiale per Club e la preparazione estiva ha dato un’impronta importante alla squadra. Nelle prime due di campionato non ho visto un gran gioco, ci può stare, ma almeno ho visto una squadra. E non è poco».

Su Zhegrova e Openda: «Il reparto offensivo si è arricchito di giocatori di valore, che possono dare a Tudor più soluzioni. Ci sono sei uomini per tre maglie, ma non è un problema: con le tre competizioni ci sarà spazio per tutti, per cui Tudor ha la possibilità di gestirli senza problemi. E poi il centrocampo è forte: Thuram ha un anno in più d’esperienza e si vedrà, gli darà qualcosa in più in termini di rendimento. Bremer, poi, ridà sicurezza alla difesa e scioglie i compagni: mi sembrano più sereni accanto a lui, più disinvolti. Il suo recupero è davvero prezioso per i bianconeri».

Sul caso Vlahovic: «Non era semplice da gestire, anche per il discorso relativo all’ingaggio e al contratto. Tudor ha saputo stimolarlo in estate. Ma l’attacco in generale è forte: ci sono gol e qualità. Nel mio reparto offensivo ideale metto sempre Dusan titolare: se sta bene per me può veramente fare la differenza. Sono curioso di vedere Zhegrova a destra, perché Conceicao mi sembra più incisivo da subentrato. Lo vedo come l’uomo che spacca le partite dal 60’ in poi, per questo mi intriga il kosovaro».

Su come si deve reagire ai fischi (il consiglio a Vlahovic): «Come sta facendo. Con i gol e l’impegno. Si è riconquistato un popolo che l’ha amato durante la sua militanza in bianconero. Ha avuto degli anni in cui non era al centro del gioco della Juventus, spesso è diventato il capro espiatorio nelle difficoltà e questo un po’ l’ha pagato. Ma mentalmente lo vedo bene e penso che renderà al massimo: ora sta anche bene dal punto di vista fisico, in passato i problemi legati alla pubalgia l’avevano inevitabilmente condizionato».

Su come vede Tudor: «Tudor lo vedo un allenatore serio, non certo uno di passaggio. L’orgoglio di allenare la Juventus lo spinge a dare di più. Ma lui conosce il calcio, non è necessario conoscere il mondo bianconero per incidere. Lui sta facendo bene perché ha dimostrato di essere capace nella gestione di situazioni complesse. Il suo compito più grande adesso è quello di valorizzare la squadra che gli hanno messo a disposizione, ma almeno stavolta ha avuto il tempo per lavorare. La Juventus, in questo senso, ha già una chiara identità, una fisionomia definita».