Se si aspettava la Juventus a punteggio pieno: «La Juventus è partita bene. Sono contento per Tudor, a cui è stata data una grande possibilità con la conferma: l’ha conquistata sul campo e adesso ha avuto tempo per lavorare, perché quando entri in corsa il tempo è poco e devi incidere subito. Tra il Mondiale per Club e la preparazione estiva ha dato un’impronta importante alla squadra. Nelle prime due di campionato non ho visto un gran gioco, ci può stare, ma almeno ho visto una squadra. E non è poco».
Su Zhegrova e Openda: «Il reparto offensivo si è arricchito di giocatori di valore, che possono dare a Tudor più soluzioni. Ci sono sei uomini per tre maglie, ma non è un problema: con le tre competizioni ci sarà spazio per tutti, per cui Tudor ha la possibilità di gestirli senza problemi. E poi il centrocampo è forte: Thuram ha un anno in più d’esperienza e si vedrà, gli darà qualcosa in più in termini di rendimento. Bremer, poi, ridà sicurezza alla difesa e scioglie i compagni: mi sembrano più sereni accanto a lui, più disinvolti. Il suo recupero è davvero prezioso per i bianconeri».
Sul caso Vlahovic: «Non era semplice da gestire, anche per il discorso relativo all’ingaggio e al contratto. Tudor ha saputo stimolarlo in estate. Ma l’attacco in generale è forte: ci sono gol e qualità. Nel mio reparto offensivo ideale metto sempre Dusan titolare: se sta bene per me può veramente fare la differenza. Sono curioso di vedere Zhegrova a destra, perché Conceicao mi sembra più incisivo da subentrato. Lo vedo come l’uomo che spacca le partite dal 60’ in poi, per questo mi intriga il kosovaro».
Su come si deve reagire ai fischi (il consiglio a Vlahovic): «Come sta facendo. Con i gol e l’impegno. Si è riconquistato un popolo che l’ha amato durante la sua militanza in bianconero. Ha avuto degli anni in cui non era al centro del gioco della Juventus, spesso è diventato il capro espiatorio nelle difficoltà e questo un po’ l’ha pagato. Ma mentalmente lo vedo bene e penso che renderà al massimo: ora sta anche bene dal punto di vista fisico, in passato i problemi legati alla pubalgia l’avevano inevitabilmente condizionato».
Su come vede Tudor: «Tudor lo vedo un allenatore serio, non certo uno di passaggio. L’orgoglio di allenare la Juventus lo spinge a dare di più. Ma lui conosce il calcio, non è necessario conoscere il mondo bianconero per incidere. Lui sta facendo bene perché ha dimostrato di essere capace nella gestione di situazioni complesse. Il suo compito più grande adesso è quello di valorizzare la squadra che gli hanno messo a disposizione, ma almeno stavolta ha avuto il tempo per lavorare. La Juventus, in questo senso, ha già una chiara identità, una fisionomia definita».
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