Quello che all’inizio era un balletto a tre, era diventato fondamentalmente una corsa a due. Tempistiche, gradimenti, opportunità, riflessioni hanno portato i rossoneri a virare sull’ex ds della Lazio.
La cui esperienza non si discute e neanche la sua professionalità. Uomo di campo, non soltanto di calciomercato. Un ruolo delicato che viene colmato con chi - per gli ultimi 15 anni - è stato il braccio operativo della Lazio, mantenendola stabilmente nelle zone alte della classifica, con la capacità di saper dialogare non soltanto con le altre società ma anche con i suoi allenatori e giocatori.
Il compito che lo aspetta non è certo semplice: sarà necessario che diventi in fretta un punto di riferimento per l’universo rossonero, che sappia fare da collante per le diverse necessità dei dirigenti e che possa essere anche la loro sintesi. Sarà necessario che lo diventi - punto di riferimento - anche per il gruppo squadra e che cominci praticamente subito a muoversi per l’allenatore.
A proposito: a questo si lega anche l’altra notizia di giornata. L’incontro fra il Bologna ed Italiano per adeguamento e prolungamento contrattuale.
Eh si perché - non è un segreto - Italiano è nei pensieri del Milan e di Tare. E questo chiaramente non può non avere un ruolo nella chiacchierata che Italiano stesso si è fatto con i suoi dirigenti. La sua posizione è molto chiara, ma allo steso tempo lascia aperto uno spiraglio (eventualmente) a Tare. La priorità è rimanere a Bologna dove ha appena scritto una pagina di storia. L’incontro è andato bene, soddisfacente, ma l’ok definitivo non c’è stato. Forse è anche normale che si prenda tempo per capire cosa realmente può succedere al Milan, posto che a Bologna Italiano sta davvero bene e non ha intenzione di rompere con l’ambiente.
Ecco perché sono da prendere in considerazione anche altre ipotesi. Come per esempio quella di Allegri. Questa stagione è rimasto fermo, ma il per la prossima stagione ha voglia di tornare in pista. E se Napoli, nel caso di partenza di Conte, è un’opportunità più che concreta il Milan potrebbe diventarlo. Ancora non ci sono stati contatti diretti (e non può essere altrimenti) ma i primi segnali sono stati lanciati. Il terzo nome (ma non è detto che sia l’ultimo), anzi forse ora più una suggestione che una possibilità concreta, è rappresentata da Tiago Motta, reduce da una stagione complicatissima con la Juventus ma con una grande voglia di riscatto.
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Tre profili anche molto diversi fra loro, con delle filosofie però molto chiare. Verrà anche il tempo di dover sfogliare questa, di margherita.
Ora l’importante è che si completi la prima casella e che il Milan possa davvero cominciare a lavorare con un nuovo assetto per il futuro, per cercare di recuperare il terreno perduto in classifica e il tempo impiegato per trovare l’uomo giusto.
Non potrà un solo dirigente cambiare il volto alla squadra: ma sicuramente può dargli un’impronta con le sue scelte, a cominciare proprio con quella dell’allenatore. E Tare, di fronte alle responsabilità, non si è mai tirato indietro".
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