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Inzaghi: “La lite con Allegri? Stavo bene a 39 anni e avrei fatto ancora gol”

Inzaghi: 'La lite con Allegri? Stavo bene a 39 anni avrei fatto ancora gol' (getty images)
Filippo Inzaghi, ex calciatore e allenatore del Milan, è stato ospite di 'Sportitalia' rilasciando tante e curiose dichiarazioni

Enrico Ianuario

Intervistato da 'Sportitalia', Filippo Inzaghi ha rilasciato delle dichiarazioni sul Milan e non solo.

Su Simone Inzaghi e l'Inter: "Io penso che l'Inter possa lottare per tutte le competizioni. E' due anni che passa in Champions. Quando alleni le grandi squadre devi lottare per tutte le competizioni. Mi auguro che Simone continui così e si prenda delle soddisfazioni. Simone è un allenatore moderno, è un buon gestore, si fa voler bene. Come Ancelotti, non ho mai sentito nessuno parlare male di lui. Lo stesso accade con mio fratello. Mi auguro di diventare come lui, è uno dei migliori allenatore d'Europa".

Sul Napoli: "Bisogna far i complimenti a Spalletti. Il Napoli gioca bene, ha fatto acquisti pocco conosciuti. Il georgiano è forte, il Napoli si può permettere di far giocare Osimhen e tenere in panchina Raspadori e Osimhen. Ha una rosa profonda. Io vicino al Napoli? Era quasi fatta. Con il Parma giocavo poco, ma Scala mi fece giocare con Stoichkov e feci gol. Da lì saltò la trattativa. I tifosi del Napoli mi fischiavano? Mi sono spiegato con loro, io volevo andare al Napoli. Poi vado a Bergamo e vinco la classifica cannonieri".

Sugli allenatori italiani: "Io penso che gli italiani siano i migliori allenatori del mondo. Noi italiani dobbiamo imparare poco dagli altri. Penso Ancelotti che ho avuto, è bravissimo. Poi penso a mio fratello, Spalletti, Gasperini... abbiamo ottimi allenatori, penso che sia una scuola cresciuta molto. Gli italiani sono molti bravi".

Inzaghi sulla lite con Allegri: "Penso che avrei continuato, stavo bene e a 39 anni avrei fatto ancora gol. Se però penso che l'ultimo gol lo feci sotto la curva, quale addio migliore potevo sognare? Se oggi penso a dove sono, quasi a 250 panchine, probabilmente ho fatto bene perché più di così dal calcio giocato non potevo avere. Grazie a Galliani ho iniziato allenare, dopo 9 anni alleno ancora e credo di essere cresciuto. Chi ha sbagliato? Non mi piace tornare indietro, alla fine dico che è andata bene. Avrei continuato, certi giocatori si trascinano. La gente si deve ricordare di cosa abbiamo fatto, mentre noi giocatori così importanti pensiamo che non possiamo smettere. Secondo me però se ti riinventi, facendo anche l'allenatore o il dirigente le soddisfazioni arrivano. Mi ricordo il torneo di Viareggio vinto con la primavera del Milan, è stato quasi come vincere la Champions. Mi ha fatto crescere, va bene così".

Sul Milan: "Pioli è stato molto bravo. Anche nelle difficoltà non si sono mai disuniti. Maldini e Massara sono stati bravi, hanno fatto scelte importanti. Penso a Donnarumma, che poi è stato sostituito con Maignan. Mi auguro che il Milan faccia bene anche in Champions, mi piacerebbe vedere il Milan nuovamente protagonista in Champions. Fino in fondo? Non è semplice, ma Milan, Inter e Napoli possono dare filo da torcere a tutti. Però poi penso a City, Real Madrid e PSG e non è semplice".

Sul calciatore che gli somiglia: "A me piace Immobile. A volte è stato troppo criticato, fa da un sacco di anni 25-30 gol. Ha il gol nel sangue, fa gol in tutti i modi. Non siamo identici, però fa tanti gol".

Sulla sua esperienza da allenatore del Milan: "Arrivavo dalla primavera, però ci sono allenatori che son partiti così. Probabilmente non ero pronto io, probabilmente non lo era nemmeno il Milan. Quel Milan poi si è trascinato per anni, ma quell'esperienza mi ha fortificato e mi ha fatto migliorare. Ero ancora un allenatore giovane, ricordo che nessun giocatore non mi ha mai mancato di rispetto, ho tenuto sempre il gruppo nonostante le difficoltà. Lì ho capito che potevo fare questo mestiere. Facciamo un lavoro che è bellissimo, ma dall'altro lato bisogna avere le spalle larghe. Per cui fa parte del gioco".

Su quanti gol avrebbe fatto nel 2022: "Mi veniva da ridire sul gol dell'Ajax. Il terzo è quel pallonetto, l'ultima palla. Io faccio quel pallonetto, tutti ricordano il gol più importante dopo Atene quello. Ma non è mio, è di Tomasson".

Se si confronta con il fratello Simone: "I miei genitori sono stati importanti per l'educazione che ci hanno dato, per averci fatto studiare e per averci fatto fare questo lavoro, era il nostro gioco preferito. Mi auguro che io e Simone possiamo trasmettere i valori ai nostri figli. Con lui il confronto è quotidiano, dopo le partite ci sentiamo sempre. Credo che la prima telefonata, dopo mio papà, è la nostra. Per noi due è importante".

Promozione con la Reggina o scudetto con l'Inter per il fratello: "Tutte due (ride, ndr). In questo momento sono complicate tutte due. Io penso che un allenatore è felice se fa crescere la squadra. Poi l'ambizione ce l'abbiamo tutti".

Inzaghi se firmerebbe per il terzo posto: "Tre mesi fa avrei firmato l'ottavo. Adesso non lo so, sinceramente no". Costacurta spara a zero su Leao: 'C'è un limite, lo venderei a gennaio'

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