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Guly: “Voglio tanto bene a Zaccheroni. Che emozione lo Scudetto 1999”

Andres Guglielminpietro, detto Guly, con il Milan nella stagione 1999-2000 (credits: GETTY Images)

Andrés Guglielminpietro, detto Guly, ex esterno argentino del Milan, ha parlato in esclusiva ai microfoni di 'Radio Rossonera': tutte le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Andrés Guglielminpietro, detto Guly, classe 1974 ed ex esterno argentino del Milan, ha parlato in esclusiva ai microfoni di 'Radio Rossonera'. Queste tutte le dichiarazioni di Guly.

"Ciao Guly. Innanzitutto come stai? Dove ti trovi? "Io sto bene. Sono in Argentina, chiuso in casa come voi. Qui fortunatamente abbiamo preso in tempo la situazione e chiuso tutto avendo numeri nettamente inferiori all'Italia. Pian Piano però adesso si cercherà di riaprire qualcosa".

"Come stai passando la tua quarantena? "Fortunatamente abito in un appartamento grande e ho un terrazzo dove faccio esercizi infatti ho perso un paio di chili. In casa provo a fare tante cose anche insieme ai miei 3 figli anche se il piccolo di 7 anni sta tutto il tempo davanti alla Playstation mentre io invece non ci gioco perché non sono bravo".

"Mangi più italiano o argentino? "Non sono bravo a cucinare ma durante questa quarantena ho iniziato a preparare qualcosa come gli spaghetti italiano con pomodoro e basilico. Per il resto qui si mangia tanta carne alla griglia".

"Facciamo un salto indietro. Se oggi ripensi al Milan, qual è il primo pensiero che ti viene in mente? "Beh il primo pensiero va sicuramente allo Scudetto vinto. Mio padre ha ancora una foto di quando era a Perugia, considerate che durante quei festeggiamenti lui mi raggiunse negli spogliatoi e mi abbracciò; Ibrahim Ba non sapeva chi fosse e voleva mandarlo via (ride n.d.r.)".

"Quand'è che hai capito che potevi veramente diventare un calciatore? "Io ho sempre giocato a calcio ma non avrei mai immaginato che un giorno avrei giocato nel Milan. Sono andato via da casa a 17 anni e il mio percorso è stato molto difficile".

"Come sei arrivato al Milan? "Feci una grande stagione dove segnai 14 gol. A quel tempo Zaccheroni allenava l'Udinese e mi voleva con lui, poi il mister andò al Milan e mandò qualcuno a visionarmi. Ecco come arrivai al Milan. All'inizio pensavo mi mandassero in prestito ma giocai la mia prima partita in rossonero, presi una traversa e rimasi in panchina per quasi tutto il girone d'andata fino alla partita contro il Perugia. Da quel momento il mister non mi tolse più dal campo. Sono arrivato al Milan in un momento della mia carriera dove in Argentina ero forte e correvo più di tutti; una volta arrivato in Italia mi sono accorto che correvo quanto gli altri e forse meno; ho subito capito che dovevo impegnarmi e migliorare".

"Che ricordo hai di Mister Zaccheroni? "Io al mister voglio tanto bene, ho un grandissimo rispetto per lui. A distanza di tempo riconosco davvero quanto mi ha aiutato".

"Com'era giocare in quel Milan dove in difesa c'era un certo Paolo Maldini? "Ho avuto la fortuna di giocare con Paolo in difesa e davanti campioni del calibro di Weah, Leonardo e Boban. Maldini riusciva a dirti tutto semplicemente con uno sguardo ed era un giocatore che in campo ti aiutava tanto. Ogni tanto io e lui scherziamo, mi ricorda che effettivamente abbiamo vinto insieme uno Scudetto".

"Ti ricordi le emozioni del tuo esordio a San Siro e quelle del tuo primo goal contro il Perugia? "Assolutamente, mi ricordo tutto! Il mio primo gol a San Siro è stato incredibile ma anche la prima volta che sono sceso in campo lì è stata fantastica, guardavi all'insù e quella vista non finiva mai. Ricordo che quando ho segnato la prima persona che ho abbracciato è stata Ayala. L'altro giorno sistemavo casa e ho ritrovato la maglietta del Milan che mi era rimasta, bellissimi ricordi".

"Prima di quelle famose ultime 7 partite mister Zaccheroni disse che le avreste vinte tutte. Puoi spiegarci? "Confermo. Nonostante eravamo a -7 dalla Lazio avevamo capito il modo di giocare per vincere. Al termine della vittoria contro l'Empoli alla penultima giornata ricordo che abbiamo visto la fine di Fiorentina-Lazio nella tv degli spogliatoi. Ricordo ancora l'urlo di gioia di Albertini nel momento in cui finì quella partita. Leonardo quando andammo a Perugia mi disse: "Stai tranquillo, domani si vince".

"Arriva il giorno di Perugia-Milan, segni di nuovo. Cosa hai provato? "Ogni volta che riguardo quel gol mi emoziono. Una volta ho riguardato anche tutta la partita e mi sono sorpreso di quanto ho corso. Un ricordo bellissimo, straordinario. Ricordo anche la parata incredibile di Abbiati, una parata che ha fermato il cuore a tutti. Al nostro ritorno siamo usciti tutti insieme e abbiamo festeggiato tantissimo. Quello fu uno Scudetto davvero inaspettato".

"Secondo te quel gruppo aveva un segreto? Quale? "Direi l'esperienza. In quegli anni lì il Milan aveva grandissimi campioni".

"A quei tempi con chi eri più amico? "Con Leonardo molto. Avevo anche un grandissimo rapporto con Gattuso che abitava sopra di me, un rapporto che è rimasto perché ogni tanto ci sentiamo, Rino era fortissimo: un ragazzo in gamba e con la testa sulle spalle. Anche con Cruz e Dida ho avuto un bellissimo rapporto, per non parlare di Bierhoff o Helveg con il quale ogni tanto siamo andati insieme a giocare qualche partita".

"Leonardo o Boban? Chi era più forte? "Non saprei, erano diversi come giocatori; fortissimi entrambi. Certo il mister era in difficoltà perché solitamente tra tutti e due ne mandava in campo solo uno perché Bierhoff e Weah giocavano sempre".

"Entrambi sono tornati al Milan ma è finita... te l'aspettavi? "Aspettarmelo no, ma sia Leonardo che Boban sono due persone molto dirette con cui è difficile mediare; hanno una grande personalità".

"In dirigenza è rimasto Paolo Maldini. Secondo te il Milan deve andare avanti con lui? "Secondo me sì, non ho alcun dubbio. Il Milan in questo momento per me deve investire. Bene i giovani ma bisogna investire anche sui giocatori d'esperienza. Penso all'Inter che compra Lukaku a 80 milioni di euro mentre il Milan spende 80 milioni per tutto il mercato; chiaramente c'è una differenza. Tutte le squadre di oggi investono grandi somme di denaro, il calcio è cambiato".

"Riesci a seguire e vedere il Milan? "Sì, ho visto anche il derby. Un grandissimo primo tempo ma poi è cambiato tutto; sorprendente, ma il calcio è così".

"Al Milan è ritornato Zlatan Ibrahimovic. Lo riconfermeresti per la prossima stagione? "Ibrahimovic è fortissimo anche a 39 anni e ha un grandissimo carattere. Se è riuscito a trasmettere il suo carattere alla squadra allora bisogna andare avanti con lui. Inoltre, insieme a lui possono crescere Leao e tanti altri".

"Che ne pensi di Theo Hernández? Altri giocatori del Milan di oggi che ti piacciono? "È un ottimo terzino, rispetto a me difende meglio ma io nascevo come attaccante. In questo Milan ci sono tanti giocatori forti ma bisogna comprare i campioni e con quelli comporre lo scheletro di squadra".

"Su Mateo Musacchio... "Lo conosco bene perché l'ho allenato ai tempi del River Plate. Sa fare delle grandi partite ma, come dicevo prima, un gruppo di campioni potrebbe aiutarlo come i campioni hanno aiutato me".

"Chi era il più casinista di quel gruppo in cui hai giocato? "Direi Ibrahim Ba. Ora è molto più tranquillo ma in quel periodo lì era scatenato (sorride ndr). Anche Sebastiano Rossi era un bel personaggio anche all'interno dello spogliatoio. Il nostro spogliatoio aveva un'impronta ben precisa".

"Ti rendi conto che hai lasciato un'impronta nella storia del Milan? "Un'impronta non lo so ma mi sono reso conto di quanto i tifosi del Milan mi vogliano ancora bene".

"Su Adriano Galliani ed Ariedo Braida ... "Galliani con me è stato sempre gentilissimo. Poco tempo fa gli ho scritto e mi ha risposto subito. Braida mi ha preso con sé come un figlio. Ho grandissimi ricordi per entrambi. Galliani alla fine di un derby pareggiato mi disse: "Qui tu hai vinto uno Scudetto, questa sarà sempre casa tua".

"Sul suo rapporto con l'Italia ... "Sono molto legato all'Italia, di solito vengo 2/3 volte l'anno. A Milano sono sempre a mio agio, semmai dovessi andar via dall'Argentina non avrei dubbi su dove vorrei vivere". LEGGI QUI LA NOSTRA ESCLUSIVA A MALU MPASINKATU, DIRIGENTE SPORTIVO ED ESPERTO DI CALCIOMERCATO >>>

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