Sull'essere attaccante al giorno d'oggi: “Ho due modi di vedere le cose. Oggi nel calcio moderno la gente guarda solo le statistiche, se hai fatto gol o assist. L’unica cosa che conta per molti è il voto in pagella. E se hai pochi gol o assist, anche se hai fatto una grande partita, non conta. Non tutti sono così, ma molta gente sì. Dall’altro lato, penso che la pressione sugli attaccanti sia giusta, perché alla fine sono quelli che guadagnano di più, che generano di più, che hanno più responsabilità con i tifosi. Sono i più amati. E quando dai tanto, è giusto che ci si aspetti tanto. Quindi sono d’accordo: l’attaccante è il più giudicato”.
Sulle critiche, soprattutto sui social: “Sì, vedo le critiche perché mi arrivano, sono umano e vedo i social, ma non mi toccano. Non mi rendono triste, né felice, né mi fanno ridere. Semplicemente continuo per la mia strada. Se hai chiaro il tuo obiettivo e la tua missione a lungo termine, quello che succede attorno a te non conta. Se sai che il cammino è già tracciato per diventare ciò che vuoi – ovviamente con lavoro, impegno e sacrifici –, allora il resto non ha importanza. Credo che lo stesso valga per uno come Vinícius Júnior, ad esempio. Lui riceve tante critiche, ma è focalizzato sul suo obiettivo. Oggi le persone non giudicano i comportamenti, ma in base alla squadra per cui tifano. Tutto l’odio verso Vinícius Júnior arriva dai tifosi del Barça, e tutto l’odio verso Lamine Yamal dai tifosi del Real Madrid”.
"Al Milan i tifosi non si accontentano. Pulisic mi ha detto che ..."
—Sui tifosi messicani, i più fedeli al mondo: "Sì, Credo che i tifosi messicani siano i più fedeli. In ogni Mondiale siamo il Paese con più presenze sugli spalti. Anche quando giochiamo negli U.S.A., lo stadio è pieno. Dovremmo anche sostenere i giovani, a prescindere da dove provengano o per quale club giochino”.
Sul suo obiettivo e sul suo sogno con il Messico: “Quello che voglio trasmettere a tutti è che bisogna sempre pensare in grande. Nel calcio puoi vincere, pareggiare o perdere, specialmente nei playoff del Mondiale. Ma bisogna sempre pensare a diventare campioni del mondo, perché no? Pensare è gratis, sognare è gratis. Se punti in alto, è meglio. Se pensiamo solo a raggiungere il quinto match o i playoff, non lo raggiungeremo. Dobbiamo pensare oltre, a vincere il Mondiale. Abbiamo l’allenatore perfetto in Javier Aguirre e l’assistente perfetto in Rafa Márquez, tutti conoscono la loro autorità, il loro amore per il Messico, e ce lo trasmettono ogni giorno. Ci fanno sentire il peso della bandiera ad ogni partita”.
Su maestri e insegnamenti: “Una cosa che mi interessa è il rispetto, perché io sono dell’idea che la persona viene prima di tutto. L’allenatore ideale è colui che riesce a tirare fuori il massimo in termini di fiducia da ogni giocatore, ma che allo stesso tempo sia vincente. Alla fine giochiamo tutti per vincere. Deve avere la leadership per trasmettere ai suoi giocatori ciò che vuole”.
Sulla sua vita a Milano: “Ogni volta che possiamo, usciamo a esplorare un po’ i dintorni della città. Lo facevamo anche in Olanda. Ci piace molto camminare, prendere un caffè e tutto quel genere di cose. E ci siamo resi conto che qui bisogna darsi una svegliata con il modo di vestirsi, perché altrimenti ti squadrano da capo a piedi”.
Sulla sua passione per la moda: "Ora che siamo arrivati a Milano, sto cercando di interessarmi di più alla moda e devo dire che mi piace parecchio. Parlando di gusti personali, di solito mi compro un orologio quando succede qualcosa di importante nella mia vita, come quando mi sono sposato o quando ho vinto un titolo. E quell’orologio rappresenta quel momento”.
Sull'amore verso la moglie Fer: "Quando l’ho conosciuta, ho capito che sarebbe stata l’amore della mia vita. Ci completiamo molto bene: io sono molto tranquillo, lei è un po’ più folle, più libera. Insieme siamo una sola cosa, insieme a Dio. Siamo in una bellissima relazione e ogni giorno giochiamo alla vita insieme”.
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