Sullo striscione a cui è legato: "Un orgoglio che fatico a descrivere. El segna semper lü: per me, ci pensa? Fu tutto ideato dall’Inter club Rho. Ogni volta i brividi. Credo che quella dimostrazione d’affetto e di stima sia un messaggio bellissimo per tutti i ragazzi: io ero fisicamente piccolino, giocavo in un’epoca piena di grandi campioni, ma mi sono ritagliato il mio spazio. Se ci credi, salta fuori qualcosa di meraviglioso".
Sul passaggio dall'Inter al Milan: "Fu un bel casino. Nell’Inter c’erano Ronaldo, Zamorano, Recoba più Moriero e Djorkaeff. Io preferii andare via. Mi volevano il Milan e il Lecce. Scelsi i rossoneri. Alla terza gara con la nuova maglia c’è il derby di Coppa Italia: vinciamo 5-0. Io gioco titolare e segno il secondo gol. I tifosi del Milan cantano: “risegna semper lü”".
"Cinque gol nel Milan? Direi sei se consideriamo ..."
—Sui gol a Milan: "Direi sei, perché nel derby mi procurai il rigore trasformato da Albertini che ci regalò il pareggio. Comunque, di quei cinque tutti ricordano il gol alla Sampdoria (il famoso 3-2 al 95’ con tiro al volo deviato da Castellini a quattro turni dalla fine), ma io preferisco la rete al Piacenza (1-1 al 92’) e soprattutto il rigore a San Siro contro il Bari (2-2 al 93’). Nessuno voleva tirarlo, gli specialisti erano fuori, prese la palla Costacurta, io andai da Billy e gli dissi che ci avrei pensato io. Quando misi la palla sul dischetto, sentii borbottare tutto San Siro. Ma segnai e fu un gol determinante per lo scudetto".
Sulle tredici squadre diverse: "Quattordici: c’è anche la Nazionale, anche se solo da riserva. Non lo so perché, ma tutte mi hanno lasciato qualcosa e ovunque c’è un momento da ricordare. Alla Sampdoria l’esordio tra i professionisti, a Monza il debutto in B, a Parma la prima promozione, a Brescia fui capocannoniere in B, all’Atalanta convinsi Sacchi a convocarmi in azzurro. Fui il primo acquisto dell’era Moratti all’Inter. Al Milan vinsi l’unico scudetto. All’Ancona un’altra promozione. A Venezia firmai la prima rete degli anni Duemila, il 5 gennaio nell’anticipo contro la Lazio. Alla Pro Vercelli, segnando nella penultima partita della carriera, ho raggiunto quota 170 gol nei campionati".
Ganz: "Al Milan Femminile mai avuto la squadra per vincere"
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Sull'esperienza in panchina al Milan Femminile: "Importante, perché mi ha formato come uomo più che come tecnico. Mi sono divertito, ho riscoperto il gusto di giocare per pura passione. Il Milan non ha mai avuto la squadra per vincere: la Juve era troppo superiore e poi anche la Roma ha costruito una rosa più competitiva. Però siamo arrivati secondi e abbiamo fatto la Champions. Abbiamo perso ai rigori una Coppa Italia proprio contro la Roma e al 90’ una Supercoppa contro la Juve. È stato un bel percorso".
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