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INTERVISTE

Flamini: “Milan hai tutto per vincere lo Scudetto. Ma piedi per terra”

Intervista Flamini AC Milan

Mathieu Flamini, ex centrocampista del Milan, ha parlato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco le sue dichiarazioni sui rossoneri

Daniele Triolo

Mathieu Flamini, ex centrocampista del Milan per cinque stagioni, dal 2008 al 2013 (con 122 partite e 8 gol in tutte le competizioni) ha rilasciato una bella intervista in esclusiva ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni integrali.

Sul Milan primo in classifica in Serie A: "Meglio essere primi che secondi. Il Milan ha iniziato bene, ma deve finire al meglio. Adesso è la squadra da battere, ma ha le capacità per vincere lo Scudetto: una rosa di qualità, un allenatore in gamba, una società ben strutturata. C'è una visione comune e condivisa da tutti. Ora però le partite vanno affrontate una per volta, scendendo in campo come se ne dipendesse la vita, perché basta poco per farsi scavalcare. Serve rimanere con i piedi per terra”.

Sui punti in comune tra il suo Milan e questo: "Il mio era un Milan meno giovane, con più esperienza e già con una mentalità vincente. Ma questo Milan ha in comune lo spirito squadra. È un gruppo che gioca e vive bene insieme. C'è molta complicità e armonia tra giocatori, allenatore e società: è fondamentale per lo Scudetto".

Su Olivier Giroud, uno dei tanti francesi in rossonero: "Sono fiero di vedere tanti connazionali al Milan. Olivier è un amico dai tempi dell'Arsenal. Non mi ha sorpreso: è una persona generosa, un giocatore irreprensibile, un attaccante vincente e un grande lavoratore. E quando non fa gol, è prezioso perché sfianca le difese. Sono felice di vederlo al top anche in Serie A".

Mathieu Flamini AC Milan

Su Mike Maignan: "La prova che ha grande fiducia in sé, l'atteggiamento giusto per imporsi da leader in questa difesa. È giovane con la mentalità giusta per gestire la pressione che c'è nel Milan. Non può che andare sempre meglio".

Su Theo Hernández: "Nessuno dubitava delle sue doti, ma al Milan ha fatto valere in più l'aspetto mentale, dimostrando di poter giocare ad alti livelli con continuità. Questa regolarità gli ha permesso di arrivare in Nazionale".

Su Pierre Kalulu: "Dovrebbe essere la politica di tutti i club: la formazione è sempre più importante, deve fare parte del DNA di ogni club. Mi fa piacere che una grande società come il Milan lo faccia già, dando possibilità ai giovani di crescere e imporsi in prima squadra, senza dover per forza andare a cercare campioni già affermati. Da tifoso mi dà fiducia per il futuro".

Su Zlatan Ibrahimović: "Il segreto di una grande squadra è l'equilibrio tra le nuove generazioni e i giocatori di esperienza. L'esperienza è fondamentale per vincere titoli. Il Milan è allo sprint finale, dove c'è bisogno di far valere la testa oltre le gambe, per vincere una partita dopo l'altra, e arrivare primi al traguardo. Ibrahimović fa la differenza non solo in campo, ma anche in spogliatoio, in allenamento, in palestra. Lui e Giroud hanno vinto tanto e possono inculcare alla squadra lo spirito giusto, perché ormai non basta più dare il 100%. Serve il 150%".

Sul paragone tra lui e Sandro Tonali: "Non mi sono mai piaciuti i paragoni, neanche quando giocavo. Tonali mi piace perché è giovane, con grandi qualità, ha la testa sulle spalle, e gioca anche con il cuore. È un lavoratore dell'ombra, di quelli non sempre valorizzati nel modo giusto, ma è fondamentale per dare equilibrio: quando il Milan attacca lui già pensa a come recuperare la palla. È indispensabile per vincere". Milan, in vista uno scambio con il Napoli? Le ultime news di mercato >>>

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