Sulla spinta di Santi per il Diavolo: "Sì, mentre loro chiudevano l’affare, Santi ha continuato a giocare e il suo focus era solo su quello. Il calcio e il Milan in casa nostra sono entrati molto presto: Ibrahimovic, Ronaldinho, Kakà e Inzaghi erano suoi idoli quando era piccolo. Così come amava già i tifosi rossoneri e lo spettacolo dello stadio. Trovarci a San Siro, incontrare in tribuna personaggi del calibro di Baresi, Dida, Shevchenko, e poi i compagni di squadra: tutto ci ha impressionato".
Su Conceicao: "L’allenatore ha molta esperienza ed è esigente in tutto: questo aiuterà mio figlio a crescere. Così come il modello e la proposta di gioco del Milan possono valorizzarlo. Il consiglio che gli do io è di giocare sempre con la determinazione che ha: avrà compagni di grande qualità, un vantaggio per tutti“.
Sul soprannome: "Un compagno di squadra venne a casa nostra e lo chiamò “Bebote” perché Santi da piccolo era molto alto e agli occhi del suo giovane amico era appunto un ‘bambinone’".
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