Sul passaggio al Milan: "Ho vinto uno scudetto, anche se non da protagonista. Ma indossare la maglia del Milan è stata una grande soddisfazione. Poi ho allenato lì. Anche se è stato più bello giocarci".
Sulla carriera da allenatore: "Ero già un capitano, un allenatore in campo negli ultimi anni da calciatore. Ma ci arrivai casualmente facendo la gavetta con Sergio Manente. Iniziai i corsi su suggerimento del giornalista Giorgio Lago che mi disse che Italo Allodi aveva inaugurato i corsi da allenatore. Partii da osservatore per Franco Dal Cin. Portai il Treviso in C e da lì iniziò tutto. Facemmo degli errori. Non mi sono mai arrabbiato per l’esonero, forse pretendevo troppo. Gianpaolo Pozzo, è un dirigente di valore. Ha navigato bene per 40 anni in un campo minato. Ha un’incredibile rapidità di pensiero. Aspetta sempre che il mare diventi calmo. È una gran dote. E i conti li sa fare meglio di tutti”.
Sul più forte che ha allenato: "Direi Franco Baresi".
Su come arrivò al Milan: "Avevo giocato con Gianni Rivera. Mi volle lui. Andammo in B per le scommesse. Pensi che non ho mai fatto una schedina. Risalimmo subito con la squadra giusta. Ricordo che presi Tassotti dando Bigon alla Lazio. Lo portavo all’aeroporto per farlo tornare dai suoi e lo andavo a riprendere".
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