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Davide Ancelotti, allenatore del Botafogo | (Getty Images)
"Ora, però, cammino da solo. Sono il primo allenatore, non più il secondo. La responsabilità è aumentata, e la sento tutta. Guidare il Botafogo non è mica uno scherzo". Davide Ancelotti, figlio dell'ex allenatore del Milan Carlo Ancelotti, parla da nuovo tecnico del Botafogo. Il parallelo con la famiglia Maldini e non solo. Le sue parole a Gazzetta.it: "Ho voluto la bicicletta e adesso pedalo. I dirigenti del Botafogo, i collaboratori, i giocatori e il pubblico mi stanno aiutando molto. Fare il primo allenatore comporta un dispendio di energie non indifferente: devi avere tutto sotto controllo, devi dare le linee guida, devi risolvere i problemi e solo alla fine devi anche pensare a buttare giù la formazione...".
Allenare con il nome 'Ancelotti': "Se fai l’allenatore, è pesantissimo. Non posso negarlo. Ma è pesante anche portare il nome Maldini per Daniel, dopo che Paolo è stato un monumento. E per Paolo sarà stato pesante iniziare dopo Cesare... È normale. So che verrò giudicato, specie in principio, perché sono il 'figlio di Carlo'. E so anche che non sarà semplice superare i problemi e i pregiudizi. Però conosco un solo metodo per imparare a nuotare: tuffarsi in mare e muovere braccia e gambe. È quello che sto cercando di fare".
Sui consigli di Carlo: "Ogni giorno, è il mio primo tifoso. Soffre tantissimo le gare, mi chiede, ascolta ma sempre in modo discreto. Non è invadente. Lascia che faccia la mia strada e, solo se glielo chiedo, mi dà un suggerimento".
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