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Coronavirus, Shevchenko: “L’Italia è un esempio per l’Europa. Ce la farete”

Andriy Shevchenko (credits: GETTY Images)

Andriy Shevchenko, commissario tecnico dell'Ucraina e ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista alla "Gazzetta dello Sport". Ecco cosa ha detto

Salvatore Cantone

NEWS MILAN - Andriy Shevchenko, commissario tecnico dell'Ucraina e ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Coronavirus? Chiudersi a volte non è una brutta cosa. In un momento del genere è come prepararsi a ripartire. Io sto molto attento. Vado a giocare a golf, mi alleno in palestra, ma evito i contatti il più possibile. Si tratta di preservare la salute di tutti. La salute del mondo".

Ha paura?

"Non bisogna ragionare con la paura. Bisogna guardare avanti. Ho un amico in Lombardia che è stato malato, adesso comincia a respirare da solo, ma è stata dura. Acqua calda, tazze di tè, ha perso tanti chili, ma ne sta uscendo. Io riparto da qui".

A Londra è diverso, i ragazzi vanno a scuola...

"Non entro in queste situazioni. Io faccio quello che mi dicono. Credo che in un periodo del genere si debba più che mai rispettare le regole".

Da c.t. dell’Ucraina, che cosa pensa della decisione di rimandare l’Europeo?

"Mi pare una decisione corretta. Il calcio è una festa per le persone, ma se le persone non ci sono, o hanno paura, che festa è? La Uefa ha scelto la soluzione migliore per tutelare la salute dei giocatori e dei tifosi, e lo spettacolo. Il calcio esiste in quanto sport che attira persone, si fa fatica a viverlo a distanza".

In Ucraina il campionato va avanti a porte chiuse.

"Nel mio paese la situazione è diversa. La nazione è grande, il contagio sembra ancora un problema lontano. L’Ucraina ha dovuto far fronte in questi anni a tante emergenze. Sono certo che il mio paese sarebbe in grado di rispettare regole restrittive, se e quando arriveranno".

In Italia qualcuno aveva preso la cosa alla leggera...

«Il governo si è mosso bene. Poi qualcuno parlerà di ritardi o altro, ma mi sembra che ci sia stata una presa di coscienza positiva".

Che cosa pensa dei ragazzi che sono ancora usciti in strada e sono andati a fare l’aperitivo in momenti delicati?

"I giovani sono giovani. Magari non avevano capito bene la gravità della situazione. Bisogna avere la forza di chiudersi, in alcuni momenti è essenziale, come comunità e come individui. L’Italia è un paese allegro, la gente è abituata ad uscire, a interagire. Ha avuto bisogno di tempo per comprendere. Mi pare però che le scelte siano state fatte nei momenti giusti e che le persone si siano adeguate. Ma come vedete il modello italiano adesso è seguito da tutti. State in casa se potete. E anche se non potete. Provateci. Si possono fare tante cose".

Tipo? Che cosa consiglierebbe ai tifosi del Milan per passare il tempo libero, che adesso è tanto, e forzato.

"Prima di tutto, restare in forma. Mangiare cose sane, e in Italia è facile, e poi fare un minimo di attività. Pedalare sulla cyclette anche se è noioso, uscire su un balcone o un terrazzo se li avete per fare esercizi all’aria aperta, anche fossero poche flessioni. Aiutare chi ha bisogno di voi, soprattutto gli anziani. Non bisogna abbandonarli soltanto perché sono i più vulnerabili. Gli anziani sono come noi più giovani, anche come quelli più giovani di me che ho più di quarant’anni. Chiunque merita di vivere il più a lungo possibile. Escludere gli anziani dal diritto a un’assistenza uguale agli altri è una logica che mi spaventa".

Che cosa le raccontano Mauro Tassotti e Andrea Maldera, i componenti italiani del suo staff, da Milano?

"Più che altro bisognerebbe parlare di quello che chiedo io, che sono molto ansioso per la loro situazione. In sintesi: state a casa, state a casa, state a casa".

Quindi piace l’hashtag scelto dalla Lombardia e poi da tutta Italia: #iorestoacasa.

"Moltissimo. Intelligente e funzionale, visto che tanti sono asintomatici e diffondono il virus senza volerlo".

Sente anche i suoi ex compagni del Milan?

"Spesso. Paolo Maldini, Pirlo, Costacurta. E Bobo Vieri, quante cose divertenti fa. Lo seguo anche su Instagram, è un vulcano di iniziative. Milano è sempre nel mio cuore, come i miei amici".

Milano è anche ormai un avamposto, se non contiene il contagio è un disastro. Ce la farà?

"Milano ha un cuore grande e anche grandi competenze ospedaliere. Lo so per esperienza: i medici e gli infermieri sono bravissimi, competenti e grandi lavoratori. Ce la faranno anche se si trovano in difficoltà. Ce la farà l’Italia. Io amo tanto l’Italia, è il mio secondo paese, non la divido fra milanisti interisti e juventini, così come non divido Milano fra chi tifa rossonero o nerazzurro, e non soltanto perché tutti a Milano mi hanno sempre trattato con simpatia. Amo Milano, amo l’Italia, non ho dubbi che il peggio passerà. L’Italia ha soltanto pagato lo scotto di essere il primo paese europeo ad affrontare l’emergenza".

Tutti seduti sul divano in queste giornate infinite, dopo un po’ di pseudo fitness. Quale partita si dovrebbe riguardare?

"A caldo è facile rispondere: la finale di Old Trafford, Champions League, Milan-Juve. Ma anche la finale del Mondiale 2006, o per i milanesi chiusi in casa tanti derby. Sempre con l’idea che ce ne saranno ancora di migliori. Perchè l’Italia è forte nelle difficoltà, e Milano è cocciuta oltre ad essere bella". Intanto ecco chi lascerà il Milan al termine della stagione, continua a leggere >>>

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