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Coronavirus, Inzaghi: “Si deve ritornare a giocare, il Milan è unico”

Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento (credits: GETTY Images)

Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento, ha detto la sua sulla ripresa del calcio dopo l'emergenza coronavirus. Ecco le sue dichiarazioni

Renato Panno

ULTIME NEWS - L'allenatore del Benevento Filippo Inzaghi ha parlato in collegamento su 'Sky Sport'. L'ex Milan ha parlato dell'emergenza coronavirus ma anche del Milan.

Sul ritorno in campo: "Tutti quanti hanno bisogno di ritornare a giocare. Il Benevento merita la Serie A e ci mancava davvero poco. Se avessimo disputato 7-8 partite la situazione era diversa, ma ne abbiamo giocate 28 e a noi mancava solo una vittoria. Siamo disponibili a giocare anche a giugno, luglio e agosto visto che ci stiamo riposando adesso in maniera forzata".

Sul Milan: "La finale con il Milan è la partita della mia vita, il coronamento dei miei sacrifici. Quella stagione è stata incredibile, ho segnato 5 gol in 3 finali ed è una cosa che forse non è successa nemmeno a Messi e Cristiano Ronaldo. Milan o Juventus? Io non dimentico nessuna esperienza della mia carriera, la Juventus è stata importantissima ma il Milan è qualcosa di unico".

Sulla maledizione della 9: "E' chiaro che indossare la maglia numero 9 del Milan è dura per tutti. Ma non credo nella maledizione: se la mettesse Ibrahimovic sarebbe già finita. Se la mettono i grandi giocatori la maledizione scompare. Non era giusto ritirare la mia maglia, non l'ha fatto con Van Basten e quindi era impossibile. Sono sempre contento quando il Milan vince e spero possa ritornare presto in alto".

Sul compagno più forte: "E' troppo difficile sceglierne uno: ho giocato con Maldini e Nesta, con un centrocampo fortissimo composto da Pirlo, Ambrosini, Gattuso e Seedorf. Ma se proprio devo sceglierne uno scelgo Kakà, che nell'anno della Champions poi ha vinto anche il Pallone d'Oro. Ma anche Ibrahimovic era davvero fantastico".

Sull'allenatore che lo ha ispirato di più: "Tutti gli allenatori mi hanno dato tantissimo, a partire da Gigi Cagni ai tempi del Piacenza. Ma è ovvio che Ancelotti mi ha dato quel qualcosa in più, avendolo avuto sia al Milan che alla Juventus. Lui è uno gestore del gruppo eccezionale, è difficile sentire parlare male di Ancelotti".

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