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MILAN, ITALY - APRIL 23: Rafael Leao of AC Milan celebrates the win at the end of the Coppa Italia Semi Final match between FC Internazionale and AC Milan at Stadio Giuseppe Meazza on April 23, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Il nuovo-vecchio Milan di Massimiliano Allegri avrà un simbolo ben preciso: Rafael Leao. Il talento portoghese è insostituibile per i rossoneri, e di questo è convinto anche il giornalista Paolo Condò.
In un video pubblicato sul sito del Corriere della Sera, Condò ha analizzato lo sviluppo del nuovo Milan sotto la guida di Allegri, individuando una missione specifica per il tecnico livornese: valorizzare Leao così come fece undici anni fa con Mario Balotelli. Ecco, di seguito, le sue parole:
Esempio Balo: “Nella sua esperienza al Milan, datata ormai 11 anni fa, Massimiliano Allegri ebbe a che fare con Mario Balotelli. Riletto adesso il bilancio di quel periodo non fu negativo. Con i suoi gol Mario mantenne al terzo posto e dunque in zona Champions un Milan che in estate era stato costretto dalle esigenze della casa madre a vendere Thiago Silva e Ibrahimovic al PSG. Allegri può quindi rivendicare il merito di essere stato, con Mancini a inizio carriera e con Prandelli il mese dell’Europeo 2012, l’allenatore che ha estratto valore dal talento più lunatico e imprevedibile del nostro calcio moderno”.
Metodo: “Il metodo utilizzato, a quanto se ne sa, fu l’approccio diretto e anche duro, senza giri di parole o inutili cautele. Allegri è un uomo ironico e sarcastico. Quando parla, se vuole, sa colpire. Si racconta che un giorno a Milanello, durante una sessione di allenamento nella quale Balotelli era particolarmente svogliato. Max interruppe la partitella e davanti alla squadra stupefatta si rivolse all’attaccante chiedendogli se si divertisse a giocare a pallone perché, a vederlo così, non sembrerebbe. Gli disse che sì, erano tutti professionisti ed erano lì perché avevano un contratto, ma che avevano scelto quel lavoro, lo avevano inseguito perché amavano giocare a calcio fin da bambini, e che si divertono. Balotelli bofonchiò qualcosa e aumentò un po’ il ritmo dell’allenamento. Quel periodo al Milan fu uno dei più proficui della sua indecifrabile carriera. Ma se mi è tornato in mente nel momento in cui Allegri, dopo 11 anni, è rientrato ieri a Milanello, è perché l’uomo che più di ogni altro ispirerà i destini del suo nuovo Milan è sempre Rafael Leao, il fuoriclasse dimezzato che ha mostrato nel tempo le giocate di un calciatore superiore, ma senza garantirle”.
Il portoghese: “Quando Leao va in campo non sai mai cosa aspettarti. Se la luna è giusta, vince la partita da solo, ma se è di traverso, giochi in dieci. Intendiamoci, Leao ha già fatto sicuramente più di Balotelli, però è necessario che cresca sul versante della continuità. E questo sarà l’anno chiave, perché senza impegni infrasettimanali il focus sugli allenamenti sarà fortissimo. Le grandi squadre, i grandi club che non giocano nelle coppe devono puntare allo Scudetto. Una legge che Conte ha applicato benissimo al Napoli E lo stesso mercato rossonero fa capire che non avrà deroghe, non si prende Modric per arrivare secondi. Ma sistemata la questione della leadership e in attesa che la grande campagna di rafforzamento si completi, l’apertura di credito nei confronti di Leao, che non è stata fatta a Theo Hernandez e queste sono scelte ben precise, è condizionata alla fine di una fanciullezza sportiva che a 26 anni non ha più senso. Allegri è l’uomo giusto per farlo diventare un campione adulto, ma il primo a volerlo deve essere lui”.
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