Su Nereo Rocco
—"Anche il Paron, nei suoi ultimi anni, aveva scelto di stare a Milanello. Cenava con noi e ci diceva: “Mona, me racomando stasera non andate a donne”. E noi: “Signor Rocco, al massimo possiamo andare in paese, a Carnago, e lì la sera c’è il deserto. Rocco veniva da un calcio in cui difensori erano duri, gente tosta come Anquilletti e Rosato, c’era Benetti a centrocampo. La grinta non mi mancava, ma ero un difensore che giocava pulito. Oggi mi viene da ridere quando sento parlare di costruzione dal basso: c’era già all’epoca, con Beckenbauer, Scirea, Franco Baresi. In compenso, Liedholm non voleva che si sprecasse il pallone, mai".
Lo scandalo scommesse e la Serie B
—"Io e Franco Baresi eravamo giovani, non sapevamo nulla, ma qualcosa in campo avevamo capito, c’era gente che si scansava. Restai al Milan in Serie B per riportarlo su e per non perdere la Nazionale per tre volte il sabato giocai con l’Italia nelle qualificazioni al Mondiale ’82 e la domenica pomeriggio nel Milan. Me lo chiese Bearzot e obbedii".
Ritorno in Serie A e altra retrocessione, stavolta sul campo.
—"Stagione disgraziata. Baresi si ammalò e lì per lì si temette che avesse qualcosa di grave, per fortuna non era così. Ci andò tutto storto e nessuno ci diede una mano. I tifosi erano inferociti, a Como mi presi un cubetto di porfido in testa: sei punti di sutura. Bearzot mi portò in ritiro ad Alassio e una sera mi arrivò una chiamata: “Collovati in cabina telefonica”, gracchiava l’altoparlante nella hall. Risposi e dall’altra parte c’era Sandro Mazzola, dirigente dell’Inter: “Fulvio, te la senti di venire da noi?”. Rimasi di stucco. Io stavo quasi per firmare con la Fiorentina del conte Pontello, che mi offriva un sacco di soldi. Mi cercava anche la Juve. Presi tempo, poi capii che Mazzola aveva l’accordo con Farina". LEGGI ANCHE: Milan, Gimenez: segnali importanti per il presente e il futuro. E ora Conceicao ...>>>
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