LA VISIONE PARZIALE DELLA TV – “Noi guardiamo tutto attraverso le immagini televisive, ma questa è una visione parziale del gioco. Non sempre si capisce l’intensità di un contatto o una spinta. Solo chi è in campo può davvero percepirlo. Oggi gli arbitri vivono per questo mestiere, sono immersi nel calcio in maniera totalizzante. In passato era meglio quando gli arbitri avevano anche un altro lavoro, che permetteva loro di affrontare la professione con maggiore serenità.”
IL VAR, TRA VANTAGGI E LIMITI – “Il VAR può aiutare a risolvere alcuni errori, ma non sempre è sufficiente. Ho fatto abbastanza cavolate in carriera, quindi so quanto possa essere un sollievo correggere un errore evidente. Ma a volte anche il VAR non basta. Per essere un buon arbitro servono tranquillità e autorevolezza. L’arbitro deve far capire che è al servizio del gioco, non il contrario.”
Casarin, con la sua esperienza, sottolinea come il calcio moderno abbia reso più complicato il lavoro degli arbitri, tra regole modificate, pressione mediatica e uso della tecnologia. La chiave, secondo lui, resta sempre la personalità di chi dirige la gara. LEGGI ANCHE: Milan, Gimenez il fantasma di Rotterdam: ma calma con i giudizi affrettati >>>
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